Trattamento Sanitario Obbligatorio Coattivo e l’illegittimità dell’ art.35
A parte la difficoltà, per chi non sia di formazione giuridica (non lo è chi scrive questa nota, va precisato), nell’individuare in una sentenza i punti salienti della tesi di fondo in essa sostenuta, visto un certo “barocchismo” del linguaggio giuridico, a suo tempo rilevato da un giurista quale Franco Cordero, dunque con le riserve del caso, sembra chiaro che la Corte Costituzionale, in una sentenza recente, in risposta a quesiti formulati dalla Corte di Cassazione riguardo al TSO (Trattamento sanitario obbligatorio), appare evidente che la stessa CC, del TSO, accetti comunque il carattere coattivo, pur se temporaneo (dove poi su questo elemento ci sarebbe da discutere non poco, anche perché il carattere temporaneo sembra essere un tallone di Achille per giustificare la coattività), dunque respinga al mittente delle obiezioni formulate a suo tempo dalla Corte di Cassazione. Senza voler formulare apoditticamente valutazioni totalizzanti, sembra però chiaro che la CC non voglia rimettere in discussione lo stesso TSO, già a suo tempo giustamente individuato come un grave limite della legge 180.
In questo, la CC sembra avallare la restrizione della libertà, pur se “temporanea” (vedi sopra) e confermare dunque lo status quo ante, in conformità con una tendenza di fondo che pervade mass-media, giurisprudenza e politica anche e soprattutto governativa che ritiene quasi la legge 180 un passo avanti eccessivo sulla strada della “modernizzazione”, del desiderio di incontrare idee nuove, sulla via di un oggettivo “ritorno all’ordine”, intendendo per ordine quello che dava potere assoluto o quasi alle decisioni degli psichiatri, dove la psichiatria è ancora, nella sua stragrande maggioranza, di tendenza orgnicistico-kraepeliniana, peraltro ben accetta allo schieramento conservatore che ritiene un problema assoluto la “salute mentale”, intesa come qualcosa (un modello, in realtà) da proporre e magari da imporre alla popolazione. Eugen Galasso
Pubblicato il 3 June, 2025
Categoria: Notizie
Psichiatria e psicoterapia – Eugen Galasso
Nel 27°convegno sulla “Globalità dei linguaggi”, svoltosi a Livorno , la dottoressa Maria D’Oronzo ha giustamente ribadito, versus le affermazioni di Piergiorgio Curti, psicanalista e psicoterapeuta, le tesi sostenute, tra gli altri, da Giorgio Antonucci, anti (o a.) psichiatra, per cui i “disturbi mentali” non esistono, non esistendo lesioni o ferite o altro nella scatola cranica per cui si “generebbero” “malattie mentali”, appunto. Esiste, invece, una maniera differente, “altra” di comportarsi e di pensare che in altre epoche, non legate alla mera logica della produzione e del conseguente profitto, che appunto si pongono in un’ottica diversa, non legata all’ ofelimità e al “ricavo” immediato e/o più lunga scadenza. Notoriamente quella psichiatrica è una “lobby”, una corporazione che difende sé stessa in ogni modo, anche ricorrendo a figure “altre”, appunto non psichiatriche, e che teme, in modo deciso, ogni messa in discussione delle proprie “verità”. In questa “contesa” il dottor Curti ha voluto ribadire le proprie tesi, ma non é riuscito a scalfire la tesi della dottoressa D’Oronzo. Si tratta, in questo caso di una tesi e di un’antitesi, dove però non si vede come possa emergere ciò che definiamo “sintesi” -una dimensione, questa, che rimane “non prevista” e non possibile, almeno per ora…. Eugen Galasso
Pubblicato il 13 May, 2025
Categoria: Testi
Carcere e psichiatria: la storia di Enrico Gianini – Eugen Galasso
Il pensiero (ma anche l’attività’ scientifica a monte, quella divulgativa, e dunque di formazione) di Thomas Szasz, Giorgio Antonucci e Michel Foucault torna sempre prepotentemente di attualità, quando si vedono casi come quello di Enrico Gianini, geoingegnere addetto alla rilevazione di quanto avviene all’aeroporto di Malpensa, dove, facendo eseguire analisi, ha scoperto che le scie prodotte dagli aerei contengono sostanze pericolose. Un tema tabù, evidentemente, in quanto tocca problemi che riguardano tematiche “top secret” e inerenti alle dinamiche di potere. Gianini ha subito TSO, dove gli è stata diagnosticata “querelomania”, sindrome paranoide e, avendo in seguito rifiutato di sottoporsi nuovamente a trattamenti psichiatrici, anche il carcere. Non tutto appare chiaro, anche perché, al di la’ di informazioni disponibili via social (media sempre opinabili, come noto), molto appare ancora confuso, coperto da un velo di segretezza incomprensibile.
Certo è che inquieta quanto si muove tra potere giudiziario e psichiatria, nel senso di un legame che appare sempre molto stretto, forse anche più stretto negli ultimi tempi. Quanto il magistrato non sa che cosa fare, insomma, tende a delegare a qualcun altro (ritenuto “onnisciente”) una valutazione e un’azione (spesso pericolosa, in quanto potenzialmente inibente la capacità di pensare agire liberamente) che tende a negare la libertà della persona, nel caso che questa si intrometta in questioni che non “devono riguardarla”. Tra l’altro quella di Gianini è una vicenda che dura dal 2019, dunque non possiamo derubricarla come “nuovissima”. Eugen Galasso
Pubblicato il 19 March, 2025
Categoria: Notizie
L’associazione radicale “Diritti alla follia” deposita la proposta popolare di riforma del trattamento sanitario obbligatorio (TSO)
Il prossimo 21 novembre l’Associazione radicale “Diritto alla follia”, deposita in Corte di Cassazione le sue proposte relative alla modifica sostanziale del TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) psichiatrico, modifica che tende ad adeguare lo stesso alla Costituzione e alla normativa internazionali (dunque: non solo europea).
In particolare, il diritto al contraddittorio e quello all’autodifesa, per una persona colpita (possiamo ben dire cosi’, attualmente) da TSO, attualmente non sono previsti, violando clamorosamente sia l’habeas corpus, ossia il diritto alla tutela della libertà personale, sia la Costituzione, sia anche ogni regolamento previsto dalle Costituzioni in qualche modo riconducibili alla “democrazia”. Non essendo un giurista, mi limito a queste considerazioni generali, aggiungendo solo che: A)IL TSO, sic rebus stantibus, non è purtroppo revocabile in toto, ma certamente, richiamare fortemente il diritto al contraddittorio (con il giudice tutelare) e all’autodifesa (id est tutela legale) limita decisamente l’autoritarismo che impone tout court, ossia senza appello per il paziente (che in qualche modo trova la propria condizione assimilata a quella del carcerato) un TSO che non può essere in qualche modo messo in discussione, dato che bastano poche segnalazioni da parte dei familiari,dei vicini o di persone che disapprovano il comportamento della persona considerata e la firma (magari compiacente) del sindaco per disporre il TSO stesso. Eugen Galasso
Pubblicato il 20 November, 2024
Categoria: Notizie
La vera storia di un’impensabile liberazione – Eugen Galasso
Di recente due ex-“pazienti”, Massimo Cirri e Peppe dell’Acqua hanno creato uno spettacolo “(Tra parentesi.) La vera storia di un’ impensabile liberazione”, dedicato all’ex manicomio di Gorizia, liberato – nel vero senso della parola -, in realtà da Franco Basaglia.
Va benissimo cosi’, anche perché la memoria storica va riaccesa dopo poco tempo, e il tempo passato dall’esperienza basagliana é molto, non è poco (anche solo considerando l’imperfetta legge 180, impropriamente detta “Legge Basaglia” e dal presunto autore sempre ritenuta manchevole), sono passati ormai 44 anni, ma scordare alte esperienze, molto più “avanzate” di quella di Basaglia, come quella di Giorgio Antonucci, vero e totale “non psichiatra” appare decisamente limitativo.
Antonucci ha sempre considerato la “malattia mentale” una non malattia negando i parametri neurofisiologici su cui si regge “il mito della malattia mentale”, per dira con Thomas Szasz. Eugen Galasso
Pubblicato il 3 November, 2024
Categoria: Eventi
Trattamento sanitario obbligatorio o coatto: dovrà decidere la Corte Coastituzionale – Eugen Galasso
Premettendo che non sono in possesso di cultura giuridica tale da giudicare in dettaglio, id est analiticamente quanto emerge dalla sentenza della Prima Sezioni Civile della Corte di Cassazione e che comunque in merito, “definitivamente”(?) si dovra’ pronunciare la Corte Costituzionale, i rilievi formulati a un TSO appaiono importanti, che si faccia appello alla dignità personale e non a uno spesso ambiguo concetto di “sicurezza” rincuora.
Certo, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, è meglio non farsi soverchie illusioni, ma che si esprimano riserve sul TSO è comunque importante e positivo, se ci si vuole muovere in una direzione diversa da quella “ufficiale”, legittimata dalla psichiatria intesa (o che molti vorrebbero intendere e far intendere) come “lex univeralis”, quando invece sappiamo che i suoi fondamenti epistemologici sono, ab ovo, ambigui e contraddittori. Volerla elevare a “legge” come si è fatto, per controbilanciare l’approvazione della Legge 180, di per sé non esente da elementi contraddittori, è un’assurdita’ palese, che decisioni come quella cui si è accennato mettono in evidenza in modo chiaro e indiscutibile. Eugen Galasso
Pubblicato il 21 September, 2024
Categoria: Notizie
Fondo bibliotecario “Giorgio Antonucci” presso il Centro culturale “Guglielmo Lippi Francesconi” – a Lucca
Curioso il fatto che Lucca ora ospiti sia la fondazione dedicata al grande antipsichiatra Giorgio Antonucci (presso il centro culturale Guglielmo Lippi) sia quella dedicata a Mario Tobino, per anni primario di psichiatria e convinto assertore della psichiatria tradizionale (tassonomico-kraepeliniana) ma come scrittore persona di grande umanità e apertura nel ricordo dei pazienti e di figure “eccentriche”.
“Si inseguono”, Antonucci e Tobino, come rileva acutamente la dottoressa Maria D’Oronzo, responsabile del “Centro di relazioni umane”.
Ed e’ ancora la figura di Guglielmo Lippi Francesconi (1898-1944), già primario del reparto di psichiatria di Maggiano e artista, amico del suo ex paziente Lorenzo Viani, grande pittore e scrittore, una figura chiave di Lucca, per la sua morte eroica (ucciso dai nazifascisti nel 1944), da psichiatra nemico di ogni mezzo di contenzione, vero precursore dell’antipsichiatria tanto da essere inviso ai nazifascisti sia per pubbliche dichiarazioni molto esplicite sia perché si era rifiutato di cedere alle richieste fasciste sulla terapia da riservare a pazienti notoriamente invisi al regime.
Già da bambino Lippi Francesconi era stato omaggiato dal poeta Giovanni Pascoli, che gli dedicò una poesia e da Giacomo Puccini con una ninna nanna.
Da qui la memoria per cui a Lucca si celebra con particolare intensità il 25 aprile anche da parte dell’ospedale e in genere delle realtà associative e culturali della città. Eugen Galasso
Foto: Massimo Golfieri
Pubblicato il 31 August, 2024
Categoria: Notizie
Storie di elettrochoc – Eugen Galasso
Finalmente, nel telefilm “La bambina che non voleva cantare” ispirato all’autobiografia di Nada Malanima, cantante ancor attivissima anche ricercatrice etnomusicale, riemerge la questione della violenza psichiatrica, perpetrata sulla madre, “curata” all’epoca (fine anni 1960 -inizio anni 1970) con massicce sedute di terapie elettroconvulsvivante, senza praticamente la possibilità di opporsi. Che il film sia passato in prima serata su RAI 1, canale notoriamente conservatore e legato a ogni forma di tradizione, è un segnale, pur se piccolo, di una certa autonomia, che si crea (o viene creato, quasi in “autonomia”) da qualche autore-autrice, che cerca di muoversi contro e comunque al di fuori di un “pensiero unico” che sembra tornare anche in campo medico e psichiatrico (come ricordava sempre Giorgio Antonucci, la psichiatria non ha seri fondamenti medico-scientifici) e’ in qualche modo una “pseudoscienza”.
C’è da augurarsi che si parta magari anche da questo film per ritrovare la possibilità di un serio e articolato dibattito in merito. Eugen Galasso
Pubblicato il 6 June, 2024
Categoria: Testi
Marta Garofalo, suicidata dalla società, e i suoi amici in udienza per reati gravissimi
Incredibile, ma ancora attuale, purtroppo. Un team di avvocati, denunciato per circonvenzione, sequestro e abbandono di una donna che si sottraeva alle angherie di chi (nelle varie “Case famiglia”) le sottraeva anche solo la parvenza della libertà. La situazione, maturata da quando la donna era una ragazza ventenne, consisteva nell’obbligo, di assumere psicofarmaci come anche di essere sottoposta, in virtù della legge 6/2004 che, contro la tutela della libertà personale, prevede la cosiddetta “amministrazione di sostegno”. Il curriculum personale della donna, che, dopo aver espresso la decisa volontà di non assumere più psicofarmaci, in quanto era conscia delle progressive alterazioni della sua personalità, aveva assunto una dose eccessiva di psicofarmaci, per rendere paese la sua protesta, grida vendetta al cielo ma soprattutto a chi è desideroso di far rispettare le norme costituzionali (purtroppo sempre più limitate e spesso drasticamente ridotte)sulla libertà personale. In questo senso, auguri all’Associazione radicale “Diritti alla follia” nella persona della dottoressa Maria D’Oronzo, allieva e continuatrice dell’opera del compianto dottor Giorgio Antonucci e della sua lunga militanza professionale e culturale a favore della libertà di chi , in nome di un malinteso senso della protezione e della tutela condanna chi pensi e agisca in modo difforme da chi viene considerato “normale”; e naturalmente degli avvocati (in particolare di una legale che per prima ha seguito la vicenda della donna) incriminati. L’udienza si svolge alla Corte di Appello di Lecce. Un importante ma ennesimo “step” di una vicenda processuale ma soprattutto umana che ci riporta a epoche lontane, nelle quali provvedimenti inquisitoriali si arrogavano il diritto di “salvare attraverso la punizione”, chi e’ difforme da pensieri e comportamenti ritenuti “canonici” in quanto imposti perché funzionali al presunto “quieto vivere”. Eugen Galasso
Pubblicato il 27 May, 2024
Categoria: Notizie
La psichiatria nel contesto culturale attuale – Eugen Galasso
Contrariamente alle indicazioni, importanti quanto non considerate o meglio snobbate, di grandi autori quali Thomas Szasz e Giorgio Antonucci, la psichiatria non solo viene sempre considerata come “vera scienza”, per quanto il suo statuto epistemologico sia debole, oscillante tra neurofisiologia e terapia anche coattiva, tra medicina e “altro”, tanto che oggi non c’e quasi un caso giudiziario nel quale per il presunto colpevole non si invochi una “perizia psichiatrica”, tanti che persino il caso di Ilaria Salis, attivista politica detenuta in Ungheria, potrebbe profilarsi tale eventualità. Più in generale, contrariamente a tutto il movimento anti-e non-psichiatrico, da tempo si assiste a un “revival” della psichiatria; di cui vorrei fornire un esempio, piccolo ma rivelatore: di recente assistevo a una conferenza-spettacolo, che avrebbe introdotto un ciclo più ampio di incontri dal titolo (mogol-battistiaino) “Tu chiamale se vuoi emozioni”.. Ebbene il relatore, psichiatra e membro della Società italiana di psichiatria, a parte l’insistenza sulla “disforia” e sulle emozioni negative, ha parlato delle componenti “elettriche” delle emozioni e di come esse agiscono nella dinamica cerebrale,il che, anche senza volere insistere troppo, richiama fatalmente la terapia elettroconvulsivante, detta comunemente elettroshock. Honnyi soy qui mal y pense, (sia svergognato chi pensa male), per citare la famosa frase pronunciata dal re inglese Edoardo III quando alla sua amante era caduta una giarrettiera, ma non credo di essermi discostato troppo dal vero ventilando tale interpretazione della conferenza cui accennavo, che è solo un esempio tra i tanti di questa “ri-psichiatrizzazione” del contesto sociale e culturale attuale, non solo in Italia. Eugen Galasso
Pubblicato il 5 February, 2024
Categoria: Testi