Carcere e psichiatria: la storia di Enrico Gianini – Eugen Galasso



Il pensiero (ma anche l’attività’ scientifica  a monte, quella divulgativa, e dunque di formazione) di Thomas Szasz, Giorgio  Antonucci e Michel Foucault torna sempre prepotentemente di attualità, quando si vedono casi come quello di Enrico Gianini, geoingegnere addetto alla rilevazione di quanto avviene all’aeroporto di Malpensa, dove, facendo eseguire analisi, ha scoperto che le scie prodotte dagli aerei contengono sostanze pericolose. Un tema tabù, evidentemente,   in quanto tocca problemi che riguardano tematiche “top secret” e inerenti alle dinamiche di potere. Gianini ha subito TSO, dove gli è stata diagnosticata “querelomania”, sindrome paranoide e, avendo in seguito rifiutato di sottoporsi nuovamente a trattamenti psichiatrici,  anche il carcere.  Non tutto  appare chiaro, anche perché, al di la’ di informazioni disponibili via social (media sempre opinabili, come noto), molto appare ancora confuso, coperto da un velo di segretezza incomprensibile. 
Certo è che inquieta quanto si muove tra potere giudiziario e psichiatria, nel senso di un legame che appare sempre molto stretto, forse anche più stretto negli ultimi tempi. Quanto il magistrato non sa che cosa fare, insomma, tende a delegare a qualcun altro (ritenuto “onnisciente”) una valutazione e un’azione (spesso pericolosa, in quanto potenzialmente inibente la capacità di pensare agire liberamente) che tende a negare la libertà della persona, nel caso che questa si intrometta in questioni che non “devono riguardarla”.  Tra l’altro quella di Gianini è una vicenda che dura dal 2019, dunque non possiamo derubricarla come “nuovissima”.      Eugen Galasso


Pubblicato il 19 March, 2025
Categoria: Notizie

L’associazione radicale “Diritti alla follia” deposita la proposta popolare di riforma del trattamento sanitario obbligatorio (TSO)





Il prossimo 21 novembre l’Associazione radicale “Diritto alla follia”, deposita in Corte di Cassazione  le sue proposte relative alla modifica sostanziale del TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) psichiatrico, modifica che tende ad adeguare lo stesso alla Costituzione e alla normativa internazionali (dunque: non solo europea).   
In particolare, il diritto  al contraddittorio e quello all’autodifesa, per una persona colpita (possiamo ben dire cosi’, attualmente) da TSO, attualmente non sono previsti, violando clamorosamente sia l’habeas corpus, ossia il diritto alla tutela della libertà personale,  sia la Costituzione, sia anche ogni regolamento previsto dalle Costituzioni in qualche modo  riconducibili alla “democrazia”.  Non essendo un giurista, mi limito a queste considerazioni generali, aggiungendo solo che: A)IL TSO, sic rebus stantibus, non è purtroppo revocabile in toto, ma certamente, richiamare fortemente il diritto al contraddittorio (con il giudice tutelare) e all’autodifesa (id est tutela legale) limita decisamente l’autoritarismo che impone tout court, ossia senza appello per il paziente (che in qualche modo trova la propria condizione assimilata a quella del carcerato) un TSO che non può essere in qualche modo messo in discussione, dato che bastano poche segnalazioni da parte dei familiari,dei vicini o di persone che disapprovano il comportamento della persona considerata e la firma (magari compiacente) del sindaco per disporre il TSO stesso.    Eugen Galasso

Pubblicato il 20 November, 2024
Categoria: Notizie

La vera storia di un’impensabile liberazione – Eugen Galasso






Di recente due ex-“pazienti”, Massimo Cirri e Peppe dell’Acqua hanno creato uno spettacolo “(Tra parentesi.) La vera storia di un’ impensabile liberazione”, dedicato all’ex manicomio di Gorizia, liberato – nel vero senso della parola -, in realtà da Franco Basaglia. 
Va benissimo cosi’, anche perché la memoria storica va riaccesa dopo poco tempo, e il tempo passato dall’esperienza basagliana é molto, non è poco (anche solo considerando l’imperfetta legge 180, impropriamente detta “Legge Basaglia” e dal presunto autore sempre ritenuta manchevole), sono passati ormai  44 anni, ma scordare alte esperienze, molto più “avanzate” di quella di Basaglia, come quella di Giorgio Antonucci, vero e totale “non psichiatra” appare decisamente limitativo. 
Antonucci ha sempre considerato la “malattia mentale” una non malattia negando i parametri  neurofisiologici su cui si regge “il mito della malattia mentale”, per dira con Thomas Szasz.       Eugen Galasso

Trattamento sanitario obbligatorio o coatto: dovrà decidere la Corte Coastituzionale – Eugen Galasso






Premettendo che non sono in possesso di cultura giuridica tale da giudicare in dettaglio, id est analiticamente quanto emerge dalla sentenza della Prima Sezioni Civile della Corte di Cassazione e che comunque in merito, “definitivamente”(?) si dovra’ pronunciare la Corte Costituzionale, i rilievi formulati a un TSO appaiono importanti, che si faccia appello alla dignità personale e non a uno spesso ambiguo concetto di “sicurezza” rincuora.
Certo, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, è meglio non farsi soverchie illusioni, ma che si esprimano riserve sul TSO è comunque importante e positivo, se ci si vuole muovere in una direzione diversa da quella “ufficiale”, legittimata dalla psichiatria intesa (o che molti vorrebbero intendere e far intendere) come “lex univeralis”, quando invece sappiamo che i suoi fondamenti epistemologici sono, ab ovo, ambigui e contraddittori. Volerla elevare a “legge” come si è fatto, per controbilanciare l’approvazione della Legge 180, di per sé non esente da elementi contraddittori, è un’assurdita’ palese, che decisioni come quella cui si è accennato mettono in evidenza in modo chiaro e indiscutibile. Eugen Galasso

Pubblicato il 21 September, 2024
Categoria: Notizie

Fondo bibliotecario “Giorgio Antonucci” presso il Centro culturale “Guglielmo Lippi Francesconi” – a Lucca



Curioso il fatto che Lucca ora ospiti sia la fondazione dedicata al grande antipsichiatra Giorgio Antonucci (presso il centro culturale Guglielmo Lippi) sia quella dedicata a Mario Tobino, per anni primario di psichiatria e convinto assertore della psichiatria tradizionale (tassonomico-kraepeliniana) ma come scrittore persona di grande umanità e apertura nel ricordo dei pazienti e di figure “eccentriche”.
“Si inseguono”, Antonucci e Tobino, come rileva acutamente la dottoressa  Maria D’Oronzo, responsabile del “Centro di relazioni umane”. 
Ed e’ ancora la figura di Guglielmo Lippi Francesconi (1898-1944), già primario del reparto di psichiatria di Maggiano e artista, amico del suo ex paziente Lorenzo Viani, grande pittore e scrittore, una figura chiave di Lucca, per la sua morte eroica (ucciso dai nazifascisti nel 1944), da psichiatra nemico di ogni mezzo di contenzione, vero precursore dell’antipsichiatria tanto da essere inviso ai nazifascisti sia per pubbliche dichiarazioni molto esplicite sia perché si era rifiutato di cedere alle richieste fasciste sulla terapia da riservare a pazienti notoriamente invisi al regime. 
Già da bambino Lippi Francesconi era stato omaggiato dal poeta Giovanni Pascoli, che gli dedicò una poesia e da Giacomo Puccini con una ninna nanna. 
Da qui la memoria per cui a Lucca si celebra con particolare intensità il 25 aprile anche da parte dell’ospedale e in genere delle realtà associative e culturali della città.   Eugen Galasso



Foto: Massimo Golfieri

Pubblicato il 31 August, 2024
Categoria: Notizie

Storie di elettrochoc – Eugen Galasso






Finalmente, nel telefilm “La bambina che non voleva cantare” ispirato all’autobiografia di Nada Malanima, cantante ancor attivissima anche ricercatrice etnomusicale, riemerge la questione della violenza psichiatrica, perpetrata sulla madre, “curata” all’epoca (fine anni 1960 -inizio anni 1970) con massicce sedute di terapie elettroconvulsvivante, senza praticamente la possibilità di opporsi.  Che il film sia passato in prima serata su RAI 1, canale notoriamente conservatore e legato a ogni forma di tradizione, è un segnale, pur se piccolo, di una certa autonomia, che si crea (o viene creato, quasi in “autonomia”) da qualche autore-autrice, che cerca di muoversi contro e comunque al di fuori di un “pensiero unico” che sembra tornare anche in campo medico e psichiatrico (come ricordava sempre Giorgio Antonucci, la psichiatria non ha seri fondamenti medico-scientifici) e’ in qualche modo una “pseudoscienza”. 
C’è da augurarsi che si parta magari anche da questo film per ritrovare la possibilità di un serio e articolato dibattito in merito.                           Eugen Galasso

Pubblicato il 6 June, 2024
Categoria: Testi

Marta Garofalo, suicidata dalla società, e i suoi amici in udienza per reati gravissimi



Incredibile,  ma ancora attuale, purtroppo. Un team di avvocati,  denunciato  per circonvenzione, sequestro e abbandono di una donna che si  sottraeva alle angherie di chi (nelle varie “Case famiglia”) le sottraeva anche solo la parvenza della libertà. La situazione, maturata da quando la donna era una ragazza ventenne, consisteva nell’obbligo, di assumere psicofarmaci come anche di essere sottoposta, in virtù della legge 6/2004 che, contro la tutela della libertà personale, prevede la cosiddetta “amministrazione di sostegno”.  Il curriculum personale della donna, che, dopo aver espresso  la decisa volontà di non assumere più psicofarmaci, in quanto era conscia delle progressive alterazioni della sua personalità,  aveva assunto una dose eccessiva di psicofarmaci, per rendere paese la sua protesta, grida vendetta al cielo ma soprattutto a chi è desideroso di far rispettare le norme costituzionali (purtroppo sempre più limitate e spesso drasticamente ridotte)sulla libertà personale.  In questo senso, auguri all’Associazione radicale “Diritti alla follia” nella persona della dottoressa Maria D’Oronzo, allieva  e continuatrice dell’opera del compianto  dottor Giorgio Antonucci e della sua lunga militanza professionale e culturale a favore della libertà di chi , in nome di un malinteso senso della protezione e della tutela condanna chi pensi e agisca in modo difforme da chi viene considerato “normale”; e naturalmente degli avvocati (in particolare di una legale che per prima ha seguito la vicenda della donna) incriminati. L’udienza si svolge alla Corte di Appello di Lecce. Un importante ma ennesimo “step” di una vicenda processuale ma soprattutto umana che ci riporta a epoche lontane, nelle quali provvedimenti inquisitoriali si arrogavano il diritto di “salvare attraverso la punizione”, chi e’ difforme da  pensieri e comportamenti ritenuti “canonici” in quanto imposti perché funzionali al presunto “quieto vivere”.     Eugen Galasso

Pubblicato il 27 May, 2024
Categoria: Notizie

La psichiatria nel contesto culturale attuale – Eugen Galasso






Contrariamente alle indicazioni, importanti quanto non considerate o meglio snobbate, di grandi autori quali Thomas Szasz e Giorgio Antonucci, la psichiatria non solo viene sempre considerata come “vera scienza”, per quanto il suo statuto epistemologico sia debole, oscillante tra neurofisiologia e terapia anche coattiva, tra medicina e “altro”, tanto che oggi non c’e  quasi un caso giudiziario nel quale per il presunto colpevole non si invochi una “perizia psichiatrica”, tanti che persino il caso di Ilaria Salis, attivista politica detenuta in Ungheria, potrebbe profilarsi tale eventualità.  Più in generale, contrariamente a tutto il movimento anti-e non-psichiatrico, da tempo si assiste a un “revival” della psichiatria; di cui vorrei fornire un esempio, piccolo ma rivelatore: di recente assistevo a una conferenza-spettacolo, che avrebbe introdotto un ciclo più ampio di incontri dal titolo (mogol-battistiaino) “Tu chiamale se vuoi emozioni”.. Ebbene il relatore, psichiatra e membro della Società italiana di psichiatria, a parte l’insistenza sulla “disforia” e sulle emozioni negative, ha parlato delle componenti “elettriche” delle emozioni e di come esse agiscono nella dinamica cerebrale,il che, anche senza volere insistere troppo, richiama fatalmente la terapia elettroconvulsivante, detta comunemente elettroshock. Honnyi soy qui mal y pense, (sia svergognato chi pensa male), per citare la famosa frase pronunciata dal re inglese Edoardo III quando alla sua amante era caduta una giarrettiera, ma non credo di essermi discostato troppo dal vero ventilando tale interpretazione della conferenza cui accennavo, che è solo un esempio tra i tanti di questa “ri-psichiatrizzazione” del contesto sociale e culturale attuale, non solo in Italia.  Eugen Galasso

Psichiatria in televisione – Eugen Galasso




“Sabato mattina, giorno 21 ottobre, RAI 1, si parlava senza alcun contraddittorio, senza alcuna critica o messa in discussione, di “malattie mentali” (sic!). Come se neppure la legge 180 fosse mai passata, come se il concetto fosse comunque dogmaticamente da accettare. Come si parla di scompenso cardiaco, di sinusite o tonsillite, di tumore di qualunque tipo, di enfisema polmonare etc, cosi’ bisognrebbe parlare, secondo i programmisti e gli esperti invitati al programma, anche di “malattia mentale”, dove sovvengono le antiche (ormai) categorie kraepeliniane, come se nel frattempo non fosse successo nulla, né Laing,  né Cooper, né lo stesso Basaglia, né Guattari né altri (Vittorino Andreoli, persino), per non dire di Thomas Szasz o Giorgio Antonucci avessero mai proposto relativizzazioni e anzi negazioni del concetto stesso, come se la psicanalisi fosse non diremo un optional ma una sorta di pseudosoluzione a problemi da risolvere solo con l’accetta della psichiatria.  Non so (anche perchè non avevo tempo di continuare a seguire la trasmissione) se ciò dipenda dalla nuova programmazione RAI dell’attuale governo Meloni o se sia un semplice “errore di comunicazione”, ma certamente qualcosa non va, se si propongono al “popolo bue” (questo è il target, da sempre, di RAI 1, a quanto e’noto) diagnosi e terapie di “vecchia scuola” per malesseri che non sono curabili con psicofarmaci o peggio….”:   Eugen Galasso

Pubblicato il 25 October, 2023
Categoria: Notizie

La congiungivite di Bergonzoni – Eugen Galasso






Decisamente anche l’attore/autore teatrale, ma anche di vari libri Alessandro Bergonzoni è decisamente contrario  alla ghettizzazione o comunque alla considerazione “altra” di chi è stato/a ingiustamente etichettato/a come “diverso(a)”, “pazzo(a)” o simili. Frequentatore di manicomi da prima della “famosa legge 180” che avrebbe abolito i manicomi, comunque le strutture chiuse, in quanto andava a trovare un amico considerato “folle”, Bergonzoni afferma invece la necessità di una “congiungivite” (non congiuntivite, che e’ un’affezione oculare), ossia la necessita’ di immedesimarsi nell’altro, di superare lo stacco tra sé e l’altro, mentre nella nostra società domina invece una “pazzia 2 o  3 o 5”, quella di governanti a cui non importa che muoiano in mare tanti migranti di un giudice che stigmatizza qualcuno come “folle” etc. Sostenendo la necessità di superare la mera empatia (“sentire con l’altra persona”) andando invece verso l’immedesimazione, Bergonzoni è sostenitore accanito della non scissione tra i problemi della persona e quelli dell'”altro” (altra), contro lo stigma che condanna qualcuno come “pazzo”, “folle” etc.  Con molti funambolismi verbali (ma e’giusto interrogarsi sul linguaggio , sul suo spesso totalmente desemantizzato) e forse conoscendo gli scritti dei grandi antipsichiatri o “non psichiatri” come Laing, Cooper, Szasz, Antonucci, anche dialogo, in una conferenza-spettacolo svoltasi il  10 ottobre, giornata della “salute mentale” insieme con Antonio Vigano’, fondatore e direttore del “Teatro della Ribalta”, dedicato a ogni forma di diversabilità,  Bergonzoni, insieme ad altri/e contribuisce a smontare il pregiudizio, duro a morire, relativo a “follia”, “pazzia” etc.. Importante che il “pubblico”, dopo aver riso alle battute del comico, rifletta.    Eugen Galasso

Pubblicato il 11 October, 2023
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo