L’Altro – Eugen Galasso



Non  occorre certo essere Jabès o Derrida per capire che l’altro ci interroga.  L’altro non sarà l’Altro, dirà qualcuno, eppure in una logica di pura antropologia culturale, quindi di confronto tra modelli diversi, di patterns, di abitudini, usi, costumi, strumenti operativi e concezioni del mondo (religiose, politiche, ma anche altre…).  Il che non ci fa accettare, benintenso, la tolleranza eccessiva, anzi a tratti addirittura illimitata verso furto e spaccio di droga (dove Rom e Sinti invece, ma non tutti…), verso l’infibulazione (in varie realtà tirbali, non tout court l’Islam, attenzione), ma sicuramente l’esclusione dell’altro in quanto altro deriva dall’assurda introiezione dell'”Occidente cristiano” un concetto che nasce da un poeta, pensatore, mistico “incolpevole” quale  Georg Friedrich von Hardenberg, alias Novalis, ma poi assurto a orrendo slogan di Francisco Franco y Bahamonde, di Augusto Pinochet,  dei colonnelli greci, di Viola e Videla in Argentina: “Nel nome dell’Occidente cristiano, fucilateli!”, questo lo slogan rivolto contro i non cristiano-borghesi durante la guerra civile spagnola, da parte di coloro (fascisti, nazisti, golpisti) che facevano, come ormai ogni storico serio fa, le prove generali per la Seconda Guerra Mondiale. Nella diversità il confronto o dialettico o per analogia, con la possibilità non di “compatire” in modo scioccamente pietistico, ma di vedere seriamente l’altro, di rispecchiarsi nell’altro quando sta male e ha bisogno. Com-patire, si sa, vuol dire “soffrire insieme”, ma anche sentire assieme, partecipare ai sentimenti dell’altro. E anche in questo, senz’altro, il libro di Paolo di Giosia “Solitudini“, con le fotografie sue e  i testi di Antonio Valleriani (filosofo dell’educazione scomparso), ci aiutano a capire, come le pratiche di Giorgio Antonucci e Piero Colacicchi in difesa di Paula Cooper.

Eugen Galasso

Pubblicato il 20 June, 2011
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo