Anime Internate: Ospedale psichiatrico giudiziario – VIDEO – Recensione Eugen Galasso
Il video che potete vedere, realizzato quasi “di strafugo”, anche con la collaborazione e consulenza della nostra amica dott.Maria Rosaria D’Oronzo, si riferisce a una di quelle “realtà tabù” di cui “la brava gente” preferisce non parlare: gli OPG (Ospedali psichiatrici giudiziari) che, nonostante gli interventi del senatore Ignazio Marino, dei Radicali, qualche intervento insufficiente, per portata e per senso dello stesso, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (ex-comunista di stretta osservanza, dove è da dire che nell’ex-URSS le istituzioni totali c’erano, anzi proliferavano), esistono e persistono. Si tratta di realtà (e questa di Reggio Emilia non è certo la peggiore…) in cui la persona, pur se criminale (chi è in “manicomio giudiziario” qualcosa di grave l’ha fatto e chi scrive non ritiene che il reato vada né premiato-ovvio, credo-né “ignorato”, ma punito, ma la punizione può attuarsi in modi diversi, con modalità diverse, anche più “umane”), è rinchiusa, ma anche sottoposta a una sorta di “Big Brother”-con registrazioni, videocamere etc. Secondo le parole e la gestualità (inutile ripetere, credo, che il linguaggio nonverbale è spesso ben più presente e “aggettante” di quello solamente verbale)dei “degenti”-“ospiti”, ma anche di una guardia (vogliamo chiamarlo “sorvegliante”, ma non credo che una parola o l’altra cambi radicalmente il senso della cosa) il “malessere” emerge in modo chiaro. Persino colui che, per stazza fisica, mole, modo di esprimersi, sembra un “boss” (in realtà, invece, sembra non lo sia), è visibilmente in difficoltà, non è capace di negare le proprie defaillances, le proprie “crisi”, che non saranno però, da quanto si evince dal documento, foriere di una “metànoia”, di un cambiamento interiore positivo (presa di coscienza, disposizione etica diversa) ma riprodurranno quasi certamente lo stesso “cliché” tra lampi di “ravvidimento” (?) e atteggiamenti, direi reichianamente “corazzamenti caratteriali “almeno potenzialmente”. Come osserva il citato “guardiano”, persona di notevole intelligenza e rara sensibilità empatica con i”detenuti”, ci sarebbe molto da cambiare (da chiudere gli OPG, in primis), anzi da chiudere gli OPG, sostituendoli con carceri o comunque luoghi di “detenzione” (cfr.quanto ho sostenuto sopra: sono un “riformista”, non un “rivoluzionario”, in questo campo, temendo scatenamenti incontrollati e abusi da parte delle persone) che però rispondano veramente allo spirito di una legge, la “Gozzini”, per l’umanizzazione delle e nelle carceri, che sia reale e non fittizia, non di facciata. In questo senso, contro il pensiero di coloro che chiedono comunque sempre “la mano forte”, si può cambiare tutto, ma abolendo in primis gli OPG, strumenti di derivazione inquisitoriale. Se ora, come dice l’ “amico” sorvegliante, conscio dell’assurdità di certi suoi compiti, qualcuno da “fuori di testa” lo diviene “ancora di più” (uso espressioni che chiaramente non condivido per nulla, ma…per intenderci…), sarebbe da fare in modo che qualcuno dopo “stia un po’ meglio”…, sempre per dire le cose con un linguaggio improprio ma a suo modo parzialmente efficace.
Eugen Galasso