“Sorvegliato mentale” di Minelli, D’Oronzo – Recensione – Eugen Galasso
Esistono molti prontuari e/o manuali (tra i due generi letterari la differenza non è nemmeno epistemologicamente rilevante, in genere) di cui viene da dire che, se non ci fossero, perderemmo poco. Ciò vale, segnatamente per prontuari o manuali di carattere medico e/o farmacologico, dove anche i due piani in questione si confondono, in genere. Ebbene, “Sorvegliato mentale” (Torino, Nautilus, 2009) di Paola Minelli e Maria Rosaria D’Oronzo, rispettivamente la prima operatrice socio-sanitaria dissidente in ambito psichiatrico, la seconda psicologa coordinatrice del Centro di Relazioni Umane di Bologna ed presidente del Telefono Viola della stessa città delle Torri, è non solo una felice eccezione, ma un vero e proprio trattato teorico di anti-psichiatria che, però, a differenza di testi solo teorici, contiene un importante “Manuale d’uso” (e di autodifesa, aggiungerei io senz’altro) rispetto a psichiatria teorica e applicata… Recentemente, la dott.D’Oronzo, in una conversazione pubblica, a dimostrazione della sua capacità di “stare sui problemi”, citava il ritorno dell’uso dell’LSD in psichiatria, dopo le altre due “ventate” in tale direzione (Tim Leary, anni Sessanta, in un quadro di presunta “liberazione”, poi negli anni Ottanta-Novanta, con la prospettiva transpersonale , ancora negli States – ma i “riflessi europei” sono stati sempre peggiori, decisamente, perché condotte ulteriormente “alla selvaggia” rispetto ai modelli preesistenti). Né manca, in ogni presa di posizione del “Centro di Relazioni Umane”, da lei coordinato, una decisa condanna di lobotomia ed elettroshock, dove gioverà rilevare come tali “tecniche” non siano mai state abolite: la prima è clandestina, il secondo viene praticato un po’ (neanche troppo, dipende comunque dai luoghi e dalle circostanze) segretamente… Presentando, in questo agile ma profondissimo volumetto, il vero e propio manuale sugli “effetti collaterali degli psicofarmaci”, M.R.D’Oronzo accentua, sulle orme di Giorgio Antonucci,
Pubblicato il 17 October, 2010
Categoria: Testi
Malati di niente. Morti di psichiatria
Il 27 novembre 2009, a Napoli, si è organizzato un incontro, con Maria D’Oronzo, per dare aggiornamenti sulle indagini giudiziarie sulla morte di Francesco Mastrogiovanni, avvenuta il 4 agosto 2009 in trattamento sanitario obbigatorio, dopo 80 ore di contenzione continuata a letto, nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania.
Il signor Mastrogiovanni, dalla stampa locale ” noto anarchico” , durante le 80 ore di contenzione non ha ricevuto nè cibo nè acqua, gli sono stati somministrati psicofarmaci ed è stato necessario richiedere il parere del medico legale sulla fattura dei legacci di contenzione. Le ipotesi fatte dai medici legali riferiscono ” filo di ferro o plastica dura”. Per questi fatti sono stati indagati sette medici, dodici infermieri e il primario, per omicidio colposo. Tutto il reparto.
Gli interventi della serata hanno sottolineato l’estranietà della psichiatria al campo medico e scientifico, la questione degli psicofarmaci o neuroplegici i cui effetti sono dannosi alla salute delle persone, la ragione psichiatrica basata su coercizione fisica, psicologica, farmacologica.
Sono state lette e commentate poesie del dottor Giorgio Antonucci dalla raccolta “La nave del paradiso“: “Se mi ascolti e mi credi”, “La testa fra i ceppi“, “Il saluto“. La raccolta di poesie “La nave del paradiso” è un dialogo reale fra l’autore e gli internati psichiatrici, riguardo alla pratica coercitiva della psichiatria.
E’ intervenuto Sabatino Catapano, poeta e sopravvissuto al carcere e all’ ospedale psichiatrico giudiziazio (O.P.G.) di Aversa, con poesie tratte dal suo libro “Il sopravvissuto” e testimonianze della sua reclusione psichiatrica.
Maria D’Oronzo
Pubblicato il 3 December, 2009
Categoria: Notizie
PSICOFARMACI-L’esperienza di un medico non qualunque- Intervista a Giorgio Antonucci
LIBERAMENTE, giornale di critica alla medicina autoritaria , di Giulio Murero
– Prima Parte-
dicembre 1997
Domanda: “Mentre fino a trent’anni fa erano pressocchè sconosciuti, oggigiorno gli psicofarmaci sono all’ordine del giorno, vengono prescritti sempre più frequentemente anche da medici generici e risulta quindi estremamente facile procurarseli. Cosa ne pensi?”
Dr. Giorgio Antonucci: “Direi che un primo punto comprensibile a tutti è che gli psicofarmaci sono sostanze chimiche dello stesso tipo delle droghe, anche se in generale si dà il nome di droga alle sostanze proibite e non agli psicofarmaci. Si tratta di sostanze che si dicono “neurotrope”, cioè che agiscono elettivamente sulle cellule nervose e sulle cellule cerebrali; sia gli psicofarmaci che le droghe proibite hanno le stesse caratteristiche di “neurotropismo”.
La chimica cerebrale è così complessa e fine che qualsiasi intervento grossolano, che venga definito droga o psicofarmaco, comporta delle conseguenze negative anche se certi effetti iniziali, sia delle droghe che degli psicofarmaci, possano sembrare favorevoli. A lungo andare si costituisce la tossicodipendenza, Leggi l’articolo completo »
Pubblicato il 26 December, 2008
Categoria: Testi