Tu non ucciderai – Articolo per “Senza Confine” – Giorgio Antonucci



Firenze 5 gennaio 1993


La torre.
(fantasia).


Come se fosse
un sogno:
quasi
una poesia.




Ma stolto è chi non vede
La giovinezza come ha ratte l’ale.

Giacomo Leopardi.


Era meglio il silenzio delle pietre.
Poi qualcosa si è mosso.
Non si sa come è accaduto, ma s’immagina in molti modi, dall’opera di un apprendista divino, al casuale rimescolio degli elementi.
O un eterno ripetersi dello stesso circolo.
Il cielo che s’allarga e ritorna su un punto e poi di nuovo da capo.
Intanto le stelle scintillano nel vuoto.
La luna guarda dall’alto.
Vennero i batteri, i funghi, i protozoi, le piante, gli animali. I protisti navigavano i mari come vascelli leggeri.
Gli alberi si piantaveno nella terra come colonne.
Fra tutto questo, attraverso vie sconosciute, la nascita dell’IO.
Così ora l’universo è pieno di viventi, feroci gli uni contro gli altri.
Ma perchè i generi diversi devono divorarsi?
Dobbiamo perennemente fuggire come caprioli dei boschi, come i granchi degli scogli, come i lombrichi della sabbia, come i gabbiani delle rocce.
Forse i primi uomini si sono uccisi per divedersi il mangiare, oppure si mangiavano l’un l’altro.
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Pubblicato il 6 June, 2010
Categoria: Testi

Ricoveri coatti – LA MORTE DI SCHUMANN – racconto di Giorgio Antonucci

Joan Mirò

Si alzano

veloci

alla luce

del sole

tra fuga

di pianeti.

Si era svegliato con la bocca amara e gli occhi che dolevano. Nell’inquietudine della notte aveva sognato un volo di corvi.

Il pomeriggio la giovane pianista debuttante avrebbe suonato la sua ultima opera, una successione per immagini che gli era costata molto lavoro. Contrariamente alle sue abitudini aveva dovuto rifarla molte volte. Negli ultimi tempi il problema della convergenza delle arti e del possibile valore simbolico della musica lo tormentava e gli rendeva più difficile comporre. La musica come pittura? La musica come poesia? Era stato influenzato dal discorso dell’Opera Totale di Riccardo Wagner in quegli anni così incisivo per la cultura dell’opera e della musica. Molti discutevano della crisi della sinfonia o addirittura della musica pura. Lui stesso da ragazzo era stato incerto tra la vocazione letteraria e quella musicale.

Erano problemi -pensava- che uno come Bach non si era mai posti. Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 20 December, 2008
Categoria: Testi

RACCONTO METAFORICO DI GIORGIO ANTONUCCI – Il problema dei cervelli –



IL PROBLEMA DEI CERVELLI





Frigidaire, maggio 1994


Lui considerava la bellezza delle costellazioni e delle nebbie di luce diffusa, ma temeva in modo angoscioso gli abissi delle tenebre.

Ci sono abissi che ti divorano.

Aveva giorni di lavoro e notti di inquietudine.

D’altra parte ora si potevano studiare le astronomie senza guardare le stelle, ma soltanto con calcoli su osservazioni indirette, praticamente lavorando al computer in locali angusti, del tutto indipendenti dall’Istituto e dalle Cupole argentate dell’Osservatorio.

Era raro vedere il cielo anche dai giardini e dalle colline della metropoli. La sera tutto era giallo per le luci dei quartieri periferici e per i gas degli inquinamenti. Comunque a lui il cielo appariva come il fondo di un pozzo e con gli anni ne aveva tratto una condizione di timore sconvolgente.

Era un astronomo, ma aveva paura degli spazi.

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Pubblicato il 2 July, 2008
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo