Manicomi giudiziari: break in the wall – Eugen Galasso


Se la Commissione Giustizia del Parlamento ha deciso all’ unanimità che gli OPG (Ospedali psichiatrici giudiziari) debbano essere chiusi entro il 31 marzo 2013, c’è il rilievo per cui non c’è piena adesione del governo al testo della commissione stessa. Questione finanziaria o politica non sappiamo, certo che questa scelta minima di civiltà (chiudere un’espressione della barbarie moderna) sarà solo “break in the wall” (breccia nel muro) in quella demolizione della barbarie complessiva di un’ideologia (la psichiatria è non scienza ma pura ideologia, al servizio di un preteso e presunto “quieto vivere” della società) che da sempre fa acqua da tutte le parti. Che ciò sia stato individuato da una linea di pensiero che va da Foucault al “Centro di relazioni umane”, con l’apporto determinante del pensiero di Giorgio Antonucci non impensierisce certo i “poteri forti” ma neppure quella grigia “maggioranza silenziosa” aduso al detto “Voglio la mia tranquillità”, senza capire che anche questa è un mito assurdo.

Eugen Galasso

Pubblicato il 19 January, 2012
Categoria: Testi

Casseri, l’erudito – Eugen Galasso



Anche sul sito nazionale di “Casapound” (www.casapounditalia. org), la presa di distanza ipocrita dall’assassinio di due Senegalesi a Firenze da parte di Gianluca Casseri batte il tasto sulla “tragedia della follia”. Non entro qui in merito a idealità e obiettivi, che rispetto (nel senso di accettare che vi sia chi vi ci si riconosce) senza condividerli per nulla, ma entro in merito alla motivazione che parla di “sanità mentale”. Riconoscono – bontà loro – che Casseri era un loro “simpatizzante”, ma giocano sulla distinzione tra simpatizzante e militante. Una forma di ipocrisia, appunto, anche perché oggi i confini del “militantismo” politico sono labili, come labile e spesso “fuori uso” o almeno non ben definibile è la figura stessa del militante. Ma poi: tragedia della follia, quella di Casseri o invece deliberata espressione di odio razziale? Chi scrive, negando il concetto stesso di “follia” propende certo per la seconda ipotesi, dove una forma di cultura mal introiettata (diremo così, per non offendere la memoria di una persona che è comunque un criminale, certo non riscattato dal suicidio) porta a un atto criminale tout court, cui Casseri, “togliendosi di mezzo” ha voluto sfuggire solo per non subire l’ “onta” di una condanna. E qui, fatto salvo il principio del (relativo, però) rispetto di ogni persona e del suo pensiero, bisogna pur individuare nel razzismo un’ideologia assurdamente contraria non solo alla “ragione”, che è in genere ragione strumentale del più forte, ma ad ogni forma di convivenza umana. Non sarà che Casseri, autore di qualche pubblicazione, rientri nella categoria dell’ “erudito sciocco”?

Eugen Galasso

Pubblicato il 19 January, 2012
Categoria: Testi

Razzismo e psichiatria: Abbou Lahat Diop – Eugen Galasso



Il caso di Abbou Lahat Diop, cittadino senegalese, trentunenne che, stando a un documento di Marta Carusi e Roberto Loddo (documento che è anche una circostanziata denuncia), a metà dicembre, in località Abbasanta, in Sardegna, sorpreso a pregare (è di fede islamica, quindi deve pregare obbligatoriamente almeno cinque volte al giorno, le “salat”, in direzione della Mecca), viene improvvisamente circondato da forze dell’ordine (imprecisate, nel senso che non sappiamo se si tratti di Carabinieri o Polizia), che gli chiedono se abbia bisogno di qualcosa. Abbou Lahat, disturbato durante la preghiera e turbato da quest’ “irruzione”, reagisce in maniera non violenta ma chiaramente non propriamente “tranquilla” (chi  sarebbe “tranquillo”, in circostanze simili? Dove, però, rimane da ridefinire quale sia il “canone della tranquiliità”…). Ora, di seguito: Abbou Lahat è stato portato prima in carcere e poi in manicomio giudiziario(sic!), senza un interprete dal wolof all’italiano e viceversa (Lahat Diop è in Italia da 5 anni, quindi il suo italiano è ancora ragionevolmente fragile; inoltre, abitando in Sardegna, sente parlare più il sardo dell’italiano), gli è stata impedita l’esplicazione della preghiera, atto di fede fondamentale nell’Islam, gli sono stati arbitrariamente ridotti gli spazi di libertà, ha subìto un abuso da parte delle “forze dell’ordine”, che lo hanno sottoposto a perquisizione e ispezione non necessaria, contravvenendo all’articolo 609 del Codice Penale, che, pure in epoca fascista prevedeva una pena fino ad un anno per l’agente che si comporti in tal modo. Più in generale, la situazione di Abbou ricorda quella del cittadino  ungherese che, anni fa, fu portato in manicomio negli States in quanto gridava e piangeva nella sua lingua a causa della morte della moglie, comunicatagli pochissimo tempo prima. Intervenne il dottor Szasz, antipsichiatra di origini ungheresi e in seguito fu decisa, anche con l’apporto di “Scientology”, di costituire il “Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani”(CCDU), un avvenimento spesso ricordato anche da Giorgio Antonucci, un vero testimone sia per lotta contro la psichiatria pratica di potere sia per i diritti umani nel loro complesso. Come si vede anche nel caso del giovane senegalese tutto si tiene: l’abuso è a livello di diritti umani, con l’apporto determinante di “forze dell’ordine”, magistratura o almeno codice penale applicato arbitrariamente, psichiatria e altro. L’intolleranza, ancora una volta, si serve di strumenti diversi, ma finalizzati a un solo scopo, quello di comprimere la (e le) libertà del singolo quale persona e quale cittadino.


Eugen Galasso

Pubblicato il 14 January, 2012
Categoria: Testi

I Romantici fanno scandalo – Eugen Galasso


Tuttora i “Romantici” fanno scandalo: non solo chi oggi è “romantico” negli atteggiamenti umani-sentimentali stride con i comportamenti e gli atteggiamenti dominanti-affermatisi, ma anche il movimento culturale così chiamato: è uno scandalo essere mistici come Novalis o Zacharias Werner, è politicamente scorretto rimpiangere il Medioevo della “societas christiana” come volevano De Maistre, De Bonald, Chateaubriand o altri, è “folle” (per la massa greve e tele-diretta/condizionata) viaggiare all’interno della propria stanza, come faceva Xavier (non Joseph, citato sopra, ma erano fratelli) De Maistre. Neppure gli altri, poi, erano molto “bravi” per i tempi d’oggi:  Hoffmann beve e s’inebria, fino a farsi cauterizzare la schiena per la sua sindrome sifilitica, scandalizza anche perché genialmente sinestesico (musica, disegno, letteratura)  Gautier scrive troppo e si muove in troppi ambiti, Nerval s’impicca, Beethoven è sordo, Schumann ha le visioni… Troppo difformi i pensieri, dal common sense imposto dai potenti, troppo alieni pensieri e azioni dalla “norma” imposta, inculcata dalla normocrazia inculcante atteggiamenti, comportamenti,  azioni, pensieri (quelli sempre meno, perché pericolosi, per ogni “ordine costituito”).  Anche per questo, come “Centro” siamo stati molto contenti del successo dell’incontro di fine novembre “SPQR” (Sono “pazzi” questi Romantici?), che ha cercato di ripensare tutto ciò. Da qui anche il legame con la nuova sessione di Disegno Onirico, in programma a gennaio 2012. Il sogno romantico, come “fuga” dall’ “insopportabile mondo” (Jacques Brel) è prodromico al disegno onirico, che invece, come via all’autoconoscenza , vuol creare spazi liberi per orientarsi e difendersi dagli aspetti peggiori di una realtà dominata e arrogante, quando essa diviene tale…
 Eugen Galasso

Pubblicato il 12 January, 2012
Categoria: Testi

Giorgio Antonucci – Eugen Galasso


Nel complesso della sua opera, di pensiero e azione (dove entrambi i livelli sono stati sempre strettamente interrelati, implicantisi a vicenda), di clinica e di riflessione, Giorgio Antonucci, come si può vedere nel suo ormai cospicuo macrotesto, bypassa completamente l’ascientificità della psichiatria, non a caso chiudendo i reparti, con le loro coazioni, con le repressioni indotte (tramite “terapia” elettroconvulsiva, shock insulinico, psicofarmaci etc.), arrivando a negare, ben più “radicalmente” (nell’accezione letterale dell’avverbio) di Basaglia e Laing le istituzioni e le teorie e le pratiche mortali che hanno creato a detrimento di chi non rientra in quella convenzione imposta che si chiama “norma”, di chi non vi rientra né con il pensiero né con il comportamento, di cui la parola, nella nostra cultura logocentrica, è elemento essenziale.  Della sua importante opera scritta, dicevo, di cui il recente “Diario dal Manicomio” è punto (per ora) culminante: opera veramente “sinfonica” (non è casuale l’interesse quasi primario, comunque dominante, del dott.Antonucci per la musica, segnatamente sinfonica) dove, oltre l’apparenza, poesia, prosa narrativa, riflessioni, documenti di vita, non sono che tasselli di un mosaico che si distende, appunto, in una meravigliosa crezione sinfonica. Il terenziano “Nihil humani a me alienum puto” (nulla di umano mi è estraneo) è assunto naturaliter da Antonucci, che considera la persona (o individuo, non si vuol fare qui del nominalismo ideologico) pienamente, quale rispetto per chiunque, comunque si ponga e qualunque cosa pensi, comunque agisca etc.

Eugen Galasso

Pubblicato il 24 December, 2011
Categoria: Notizie

Casseri – Il violento non è pazzo – Eugen Galasso



Brejvic, il razzista norvegese (cristiano-massone, seguace di confuse teorie esoteriche) che aveva bombardato socialisti e soprattutto extracomunitari  e Casseri, il ragioniere-esoterista del contado pistoiese, frequentatore di “Casa Pound” non sono da inquadrare come “pazzi” (che non vuol dire nulla, Antonucci non da solo docet), ma sono espressione di una subcultura vagamente esoterica, ovviamente con certe differenze (Casseri più esoterista nazifascista, Brejvic razzista non nazista etc… e qui mi perderei in lunghe divagazioni ininteressanti per il sito),  comunque entrambi (“me^me combat”, stessa lotta, sciocca aggiungo) sono figli del fraintendimento, non sanno, per usare l’espressione evangelica, distinguere “il grano dal loglio”, ossia non hanno facoltà critica: Lovecraft, tanto amato da Casseri, era razzista perché coltivava “aberranti” teorie post-darwiniane (Darwin resta un grande, certi suoi seguaci lo declinavano scioccamente), ma anche un grande scrittore. Saper discernere le cose, anzi meglio i concetti , non è da tutti. Ho fatto l’esempio di Lovecraft, ma potrei prendere Spengler, in cui l’idea della progressione storica in senso ciclico è falsata dal freintendimento della teoria hinduista del “Kali Yuga”, ossia del declino inarrestabile, per cui bisognerebbe reagire a tale declino, peraltro visto come “necessitato”.   Idem per Ezra Pound, grandissimo poeta,  che la sua critica del capitalismo (cfr.gli scritti sull’usura, ancora oggi atualissimi) portò a esaltare il fascismo (ma Pound fu vittima del potere USA, che lo internò in manicomio…).   Chi legge acriticamente e vive di chimere indimostrabili, ha il diritto di farlo, senza usare violenza, però.  Lovecraft, “the lonelyman of Providence” (il solitario di Providence) era un “orso”, quasi un misantropo, ma non sparava agli Afroamericani, né era del “Ku-Kux-Clan” a quanto risulta.  Non per questo, però, chi è violento è “pazzo”: delinque e come tale, a mio parere, va condannato.
“Onore” (beh, insomma…) a Brejvic che vuol essere condannato e non passare per”matto”, mentre Casseri, per alcuni “fanatici” sarà un eroe, anche perché “dopo ha tolto il disturbo”….   Eugen Galasso

Pubblicato il 19 December, 2011
Categoria: Testi

“La grande festa” – Dacia Maraini racconta di Giorgio Antonucci



In questo libro c’è una parte in cui Dacia Maraini racconta del lavoro di Giorgio Antonucci nei reparti di Imola.


Pubblicato il 9 December, 2011
Categoria: Libri, Notizie

Suicidio e depressione – Eugen Galasso

Fabrizio Cicchitto, ha perplessità sulle cliniche svizzere che vivono di “eutanasia assistita”, ossia depredano coloro che, per motivi diversi, decidono di farla finita. Lucio Magri, come scrive don Andrea Gallo, il prete genovese ribelle e libertario che la Chiesa gerarchica non espelle (ancora) perché teme di far troppa pubblicità al dissenso-diaspora, a quello che esplicitamente, due anni fa, in un convegno, veniva definito”scisma”, era troppo timido e discreto per “macchiare di sangue il selciato”. La scelta di Magri, come quella di Jean Amery, pseudonimo di Hans Mayer, scrittore ebreo-viennese, già “ospite” del lager,  che teorizzò la libertà di suicidarsi, come quella di Primo Levi, altro intellettuale ebreo ospite di chi voleva “la purezza della razza ariana”, come quella recente di Mario Monicelli,  come quella di tanti/e che lo hanno fatto o lo fanno per i motivi più diversi, è da rispettare assolutamente, da accettare in pieno come espressione di libertà (certo non mi arruolo con chi vuole l’individuo al servizio dello Stato, della “comunità”, lemma pericoloso per come è stato spesso usato-travisato, almeno da Toennies in poi…), dove credo che, ben più di certe tesi filosofiche sul “suicidio cosmico” teorizzate  “in buona fede” ma suscettibili di derive à la Jim Jones (la setta che lo praticò in Guyana, a fine anni Settanta), valgano i “Pensieri sul suicidio” di Giorgio Antonucci, dove, tra l’altro, demolisce i pregiudizi sulla “depressione” (dalla stazione ferroviaria al “posto di lavoro”, dal bar alla spiaggia al reparto psichiatrico di ospedale o clinica tutti ne parlano, dicendo “era depresso”, dove non si tratta neppure di tautologia, essendo ben più onesta la versione medievale, appunto “sanamente” tautologica, che recita: “L’oppio fa dormire perché ha in sé la virtus dormitiva”). D’altronde, dico il vero: non so se  si possa dire con Don Gallo, che “lo lasciamo (Magri, sott.) nelle braccia del Grande Amore”. Me lo auguro, ma per me, cristiano gnostico, Dio trascende ogni qualità, quindi anche l’amore, che pur qualità somma, ritengo “troppo umana”. Vedremo in seguito altre reazioni, se ce ne saranno (quelle che ci sono state segnano un nuovo discrimine tra “laici” e “cattolici”, quasi non ci fossero differenze sostanziali all’interno di tali schieramenti…) ma,  ben conscio dell’impossibilità – per me – di seguire Pannella e il padre di Eluana Englaro,  Peppino, nel “suonare la grancassa per l’eutanasia”, pena l’apologia delle sopraindicate cliniche svizzere, credo che si debba un grazie a Don Gallo, che d’ora in poi avrà  sempre più problemi con cardinali et similia,  per le sue parole, compresa quella per cui dice expressis verbis che avrebbe comunque fatto di tutto per convincerlo a non farlo, se l’avesse visto-sentito o incontrato.  Qualche accidentale delizia, certo  passeggera, nel “mondo di lacrime” c’é: un bel gattino, un paesaggio, nonostante tutto anche l’amore…

Eugen Galasso

Pubblicato il 7 December, 2011
Categoria: Testi

La cultura “fa anche mangiare” – Eugen Galasso


Contro la retorica del “Bambole non c’è una lira”, che (ricavo la notizia da Internet, lo confesso, pur conoscendo l’espressione da tempo), era uno spettacolo italiano di avanspettacolo-varietà degli anni 1970, Franco Cardini, studioso e docente di storia medievale e non solo, intellettuale di grande spessore (da cui molto mi allontana, in specie il suo orientamento da cattolico-conservatore, ma che apprezzo e stimo comunque), ribadiva, meno di una settimana fa, che la stretta economica non deve andare versus la cultura che invece, anche contro quanto affermava l’ineffabile (ex-) ministro Tremonti, “fa anche mangiare” cfr.(turismo, luoghi artistici in Italia). Importante, il rilievo cardiniano: se riuscissimo a convincere chi di dovere (?) che lavorando con e per la cultura si riesce anche ad aprire/far aprire, gradualmente, gli occhi alla gente, sarebbe anche meglio. Se abbiamo sradicato la credenza nelle streghe, nel “malocchio”, nelle superstizioni varie, a fortiori o almeno parimenti dobbiamo sradicare la credenza nella malattia mentale, che sarebbe fòmite di delinquenza, di infiniti danni etc.   Accettare chi pensa diversamente, chi si comporta come vuole e non come vorrebbe la “maggioranza silenziosa” (ma anche gridante, a tratti) significa capire e ancor più far capire, ragionare e pensare insieme a chi pensa e agisce diversamente da noi. Senza la credenza, puramente “normalizzatrice-castrante” che qualcuno abbia la Verità, gli “Altri” (le altre persone) solo opinioni false, assurde, “pazzesche”… Più probabile (non è pessimismo, ma realismo quasi da bottega) che invece si incoraggi la “saggezza” (!?!) della psichiatria, assurta ancora una volta a paradigma regolatore ed “equilibratore” (come? Quando va bene, con i  “tranquilizers”…!).
Eugen Galasso

Pubblicato il 6 December, 2011
Categoria: Testi

VIDEO – S.P.Q.R. sono “pazzi” questi romantici? Ovviamente no!

D’Oronzo, Galasso – S.P.Q.R. – Conferenza

VIDEO


Pubblicato il 5 December, 2011
Categoria: Video

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo