“Armonie delle sfere”. Conversazione con Giorgio Antonucci


Conversazione con Giorgio Antonucci

Reading di poesie ed inediti di Giorgio Antonucci.

Racconti dell’Autogestito


Voce narrante: Laura Mileto

Musica: Cristina Vetrone

Conversazione con l’autore: Eugen Galasso

Cortile cafè e Civico 32


Via Nazario Sauro 24/A, Bologna

12 ottobre ore 21

Pubblicato il 6 October, 2010
Categoria: Eventi, Notizie

Note sul testo unificato del relatore Ciccioli “Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica” – “Contratto di Ulisse”- Eugen Galasso



Non voglio essere troppo cattivo: ma chiamarsi Ciccioli è già una condanna: dai “Fratelli Cuccoli” di Palazzeschi, ai cuccioli (bella, tenera cosa, invece) a  “L’onorevole Cicciolin”  di Enzo Jannacci in “Silvano” – era l’epoca, anni Ottanta in cui Pannella e i suoi (PR) avevano fatto eleggere in Parlamento “Cicciolina”, ossia una pornostar – un accostamento che sicuramente Ciccioli, psichiatra e ora parlamentare di provenienza missina (ne era stato dirigente, apprendiamo da vari siti e da fonti di stampa) non sarebbe fiero, le serie di analogie semantiche potrebbero essere ampliate a dismisura… Tra l’altro, sempre dalle suddette fonti, si apprende che nel 1974 il suddetto Ciccioli aveva sparato, in piazza Cavour ad Ancona, cinque colpi di pistola Flobert contro Paolo Tomassoni, extraparlamentare di sinistra, rimasto ferito a una coscia… Ma, vorrei dire, qu’importe? Se oggi il Ciccioli fosse cambiato, se si fosse ricreduto delle sue intemperanze giovanili? Poi, al limite, che cosa vuol dire? Come ci ricorda anche nel suo libro recente “Diario dal manicomio” (Milano, Spirali) Giorgio Antonucci, da antipsichiatra rigoroso, aveva trovato una sponda insospettata in un collega vicino all’allora Movimento sociale italiano, lo psichiatra Vita Finzi, a suo tempo.

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Pubblicato il 5 October, 2010
Categoria: Testi

“Les structures psychologiques du fascisme” – Recensione – Eugen Galasso

Edito da Andrea Chersi negli anni Ottanta (il volumetto non reca alcuna indicazione di data, peraltro), questo “Le  strutture psicologiche del fascismo” (“Les structures psychologiques du fascisme”), pubblicato per la prima volta in “Critique sociale”, rivista di cultura a indirizzo relativamente  “di sinistra”,  tra novembre 1933 e marzo dell’anno successivo (ricordo ai lettori che la Francia ovviamente non era ancora occupata, anzi era ancora in preparazione l’esperimento, per certi versi fecondo, del “Front populaire”, coordinato da Léon Blum e interrotto dalla vittoria della destra nel 1938, con Daladier), non è certamente l’opera più significativa del grande autore, pensatore (“Le lacrime d’eros”) e scrittore (“L’azzurro nei cielo” e “Mia madre”) francese, ma ciò non significa che essa non sia emblematica di un pensiero non isolato e di un’epoca. Bataille cioè, esaminando sia il fascismo sia il nazismo (chiamarlo nazionalsocialismo, come voleva denominarsi, farebbe torto al socialismo, perché di socialista, dopo l’espulsione di Strasser, il nazismo non ha nulla, dove qualche statalizzazione era stata fatta solo a fini bellici, ma anche al socialismo nazionale di Fichte o di Lassalle, per citare solo alcuni nomi, per non dire ovviamente del resto…) coglie quanto solo pochissimi (Wilhelm Reich, tra gli altri, da punti di vista lontanissimi da quelli di Bataille, peraltro, da quelli cioè di un freudiano di sinistra, anche “marxista”, se pure critico e di uno studioso che si muoveva verso lo studio della complessità delle interazioni tra mente e corpo, non certo nell’accezione spesso moralistica della “psicosomatica” attuale) avevano individuato, cioè il fatto che il fascismo, includendo anche il nazismo (idem in Reich, nel suo “Psicologia di massa del fascismo”), esprime reali bisogni della persona, quei bisogni che il “buon senso borghese” rèlega nell’ambito dell’irrazionale, quelli che invece Bataille qui e altrove, da buon nietzschiano definisce “eterogenei” rispetto alla società e alla cultura dominanti.

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Pubblicato il 3 October, 2010
Categoria: Testi

“L’impossibile come progetto”- Eugen Galasso



Lo scorso 23.09.2010, in via Serra 2/h, sede di varie associazioni, H.U.B. ospita il Centro di Relazioni Umane, in un incontro “L’ impossibile come progetto” con Giuseppe Bucalo, uno degli esponenti di punta dell’antipsichiatria in Sicilia, Italia e, vista anche la complessa situazione antipsichiatrica a livello europeo, in Europa. La dottoressa Maria Rosaria D’Oronzo, psicologa,  coordinatrice, appunto, del Centro di Relazioni Umane e già presidente del Telefono Viola di Bologna, ha spiegato come si svolgano le modalità di azione del Centro stesso, a partire da esigenze concrete, ossia da segnalazioni e dati concreti, come la diffusione del Ritalin (chimicamente=Metilfenidato), per cui questo “farmaco” psicotropo, prescritto e  somministrato a ragazzi/e affetti dalla sindrome ADHD ( sindrome da deficit d’attenzione, impulsività  e iperattività), o meglio diagnosticati/e per tali, crea sostanzialmente una condizione definibile di “para-catatonia”, di passività, per cui ora il dott.D’Oronzo sarà presente in tribunale per una denuncia di alcuni solerti medici che battevano sulla necessità di prescrivere e sostanzialmente “imporre” la sostanza ai bambini, senza preoccuparsi che divengano quasi “zombies”;  idem per la più recente denuncia, essendo il Centro di Relazioni Umane insorte per difendere un uomo inglese visibilmente ubriaco, coattivamente sottoposto a un TSO. Una modalità d’azione, che però si serve del dialogo e della comprensione dei problemi dell’altro, come  d’altronde, con modalità diverse (qualche differenza metodologica significativa è emersa durante la discussione, senza che ciò equivalga a divergenze sostanziali, anzi) rispetto a quelle usate da Bucalo, che in alcune realtà siciliane ha costituito un’enclave autogestita, né “psichiatrica né antipsichiatrica” in cui operano persone della formazioni più diverse, in genere non psichiatriche, venendo “pagate pochissimo”. Per Bucalo, che valuta molto criticamente l’evoluzione dei percorsi compiuti, in ormai più di 30 anni dalla legge che avrebbe dovuto “chiudere i manicomi”, l'”antipsichiatria” o quella che si spaccia per tale, che ritiene spesso che la “presunta” evoluzione dalla lobotomia (che effettivamente è in disuso, non è mai stata abolita e/proibita) e leucotomia  all’elettroshock (purtroppo ancora in uso in varie realtà, anche pubbliche, della sanità italiana) agli psicofarmaci, possa essere comunque “castrante” rispetto a un percorso di vita della persona, che vuole e intravvede altro, rispetto alla  medicalizzazione e all’essere comunque guidati verso una “normalizzazione” totalmente asservita a un modello socio-culturale imposto e storicamente in continua evoluzione (un esempio semplice per il lettore, per nulla citato dal relatore ma, probabilmente emblematico: il rutto post-prandiale era considerato segno di buona salute presso gli antichi Romani, segnatamente presso gli imperatori e lo rimase per molto tempo, divenne poi elemento di profonda maleducazione, dal Rinascimento in poi, finché nell’Ottocento venne  duramente sanzionato – tuttora, pur in un climea di maggiore “tolleranza” può essere un sintomo capace di confermare, certo non da solo, una diagnosi che conduca eventualmente anche a un TSO).
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Pubblicato il 26 September, 2010
Categoria: Notizie

In ricordo di Sandra Mondaini in televisione – Eugen Galasso

Lo scorso 21 settembre è morta Sandra Mondaini, attrice e persona che ha dato molto al mondo dello spettacolo e non solo. Era nota positivamente anche presso italofoni “non italiani” (un amico albanese, per es., l’apprezzava moltissimo).  Una rete Mediaset (ma poteva essere RAI, la 7 o chissà quale altro canale) la commemora dedicando gran parte della trasmissione (che non ho potuto seguire integralmente) all’intervento di Giovan Battista Cassano, primario di psichiatria alla Clinica Universitaria di Pisa e notoriamente “mago della depressione”. Sarebbe forse stato più opportuno ricondurre il tutto alla questione esistenziale (la Mondaini sola senza Vianello, dove un mediatore familiare o relazionale, per non dire della presenza di un Giorgio Antonucci, che invece la televisione ignora, colpevolmente, anche in occasione della – quasi- recente biografia dell’esperienza basagliana avrebbero detto molto meglio del “ras dell’elettroshock”). Cassano, per carità, esperto comunque di comunicazione, ha assunto toni adeguati alla circostanza: mesto, impeccabile anche nel vestito e nella mimica-gestualità, cosa che non gli riesce difficile, ovviamente, per nulla polemico (con chi, poi, non essendoci contraddittorio?) ha parlato della depressione della Mondaini ma anche della comorbilità, ossia della compresenza di fattori organici (il tumore), dove la sua visione meccanicistica e riduttivistica della psiche umana trapela chiaramente.

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Pubblicato il 25 September, 2010
Categoria: Testi

Intervento del dott. Giorgio Antonucci – “Psichiatria, un viaggio senza ritorno”- VIDEO


Inaugurazione mostra multimediale “Psichiatria un viaggio senza ritorno”, 13 settembre 2010. Patrocinio della Regione Toscana e visita del Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi.
Il Dott. Giorgio Antonucci è il fondatore dell’approccio non-psichiatrico alla sofferenza psichica

VIDEO


Pubblicato il 19 September, 2010
Categoria: Video

Pat Frank ” Addio Babilonia” – Recensione – Eugen Galasso


Pat Frank, Addio Babilonia, Milano, Mondadori, Urania Collezione, N.091, 2010.
Il libro è un romanzo, per nulla di “fantascienza” di 51 anni fa, titolo inglese originale: “Alas, Babylon”, ispirato dai versetti biblici, sia veterotestamentari sia dell'”Apocalisse” attribuita all’apostolo Giovanni, sulle rampogne contro la “meretrix Babylonia”, appunto. La storia è quella di una cittadina della media Florida, sottoposta al disastro nucleare. Rifugi, sopravvivenza, storia controfattuale, cioè di come sarebbe andata se il “Day” (semplicemente day, giorno, nel testo). Il tutto raccontato senza punte di anticomunismo fanatico, à la Mc Carthy e à la Goldwater (il primo leader dell’anticomunismo fanatico del dopoguerra, il secondo candidato repubblicano dell’ala destra alle elezioni presidenziali USA del 1964 contro Johnson) perché Frank era un liberal, ossia un democratico di sinistra, consulente di Kennedy, autore, anche, nel 1962 di un saggio su “Come e perché sopravvivere alla bomba”; ma il libro ci può servire ad altro, cioè a identificare la “follia” (quella sì, anche senza virgolette, direi) dei poteri e delle superpotenze, quando, dal Secondo Dopoguerra agli anni Ottanta, almeno fino al’86 del Novecento, tutto si reggeva sul’ “equilibrio” del terrore , con il pericolo che qualunque cosa, magari un errore umano o anche tecnico, provocasse la catastrofe.

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Pubblicato il 19 September, 2010
Categoria: Testi

L’IMPOSSIBILE COME PROGETTO. Antipsichiatria: teoria e pratica


Giovedì 23 settembre 2010

Dalle ore 18.30

H.U.B. via Serra 2h Bologna

incontro pubblico con


Giuseppe Bucalo

Fondatore del “Comitato d’Iniziativa Antipsichiatrica”, l’esperienza antipsichiatrica più longeva in Italia, da oltre 25 anni. Presidente dell’ “Associazione Penelope, Coordinamento Solidarietà Sociale” che promuove gruppi di autogestione di esperienze allucinatorie e che realizza strutture di appoggio e accoglienza indiscriminata dove annullare lo specifico psichiatrico.

http://www.associazionepenelope.it/

Autore dei testi “Dietro ogni scemo c’é un villaggio”; “Malati di Niente”; “Dizionario antipsichiatrico”; “La malattia mentale non esiste”; “Sentire le Voci”.

L’IMPOSSIBILE COME PROGETTO.
Antipsichiatria: teoria e pratica



organizza

Centro di Relazioni Umane di Bologna


interverrà la fondatrice Maria D’Oronzo

psicologa, autrice, collabora con diverse associazioni di difesa dei diritti umani


a seguire aperitivo antiproibizionista

Pubblicato il 17 September, 2010
Categoria: Eventi, Notizie

Stampa e regime – Eugen Galasso


So che esiste, ma non so come sia fatta, da non-aderente al Partito radicale, ma il nome è sicuramente azzeccato: “Stampa e regime”  è una rubrica di “Radio Radicale”, che propone una rassegna stampa commentata, di più non so. Ma il concetto è quanto conta: sia di carta (per chi, pasolinianamente, ama il frusciare della carta, la sua “sensualità”) sia on line, la stampa, a differenza della TV, dovrebbe servire a riflettere insieme con i lettori, invece di dare risposte precostituite. Ma la funzione della stampa sembra invece essere quella di servire al potere/ai poteri (regime-regimi). Una dimostrazione lampante di ciò viene dal commento su “Repubblica”, edizione fiorentina, di martedì scorso, 14 settembre, alla mostra-convegno sull’antipsichiatria. A parte la solita demonizzazione di “Scientology”, presentata come lucratrice, interessata al solo accaparramento di denaro (la Chiesa cattolica anche per”Repubblica”, emanazione laicista-massonica, azionista etc., sembra essere l’unica istituzione “santa”, mentre ogni altra religione e/o chiesa – notoriamente trattasi di cose diverse…- sarebbe corrotta), il giornale di De Benedetti sceglie di omettere i crimini della psichiatria, dando voce a presunti psichiatri “buoni” e “moderni”, contro chi invece, come un protagonista assoluto dell’antipsichiatria, Giorgio Antonucci, sostiene invece, a ragione, la funzione di controllo repressivo che la psichiatria, “vecchia” o “moderna”, svolge a favore dei poteri, appunto.

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Pubblicato il 16 September, 2010
Categoria: Testi

Letteratura fantastica = pazzia? – Eugen Galasso



A parte qualche “escapismo”, per cui, magari, anche Omero o Dante “sniffavano” (isola dei Feaci o le “allucinazioni dantesche”), secondo qualcuno,  c’è anche il tentativo di psichiatrizzare la letteratura “non allineata” o nelle cui pieghe si nasconde qualcosa di inquietante (il “perturbante” freudiano? Mah…): motivo per cui il suicida Empedocle o i tanti suicidi a Roma, intendendo la Roma antica (stoici e non solo) sarebbe stati dei “de-realizzati”, un Tasso “pazzo” fa comodo (perché non voler capire invece che il poeta, in epoca di Controriforma e di “poteri feroci” voleva avere la sua “santa pace” in cui creare?), idem per tanti suoi successori e predecessori.  Ma, a parte il cinema fantastico, in cui il gioco stroboscopico induce immagini “allucinate” e “allucinatorie”, com’è la situazione in letteratura, intendo in quella fantastica, che conosco meglio e che frequento di più? Secondo chi “psichiatrizza” i grandi della letteratura fantastica (da Hoffmann, notoriamente alcolizzato a Poe, consumatore, forte, di oppio), ma anche Lovecraft (notoriamente astemio e non consumatore di alcuna “droga”) sarebbero/potrebbero essere affetti da “schizofrenia catatonica” (ICD 10, F.20.2) in cui si manifesta lo “stupor” (quello di Poe davanti al dilemma di William Wilson o al ritratto ovale o a Morella, quello di Lovecraft di fronte ai Grandi Antichi, di Hoffmann quando “visita” le segrete del castello, di Walpole quando…) oppure il loro “negativismo” (chi non crede ai “sacri valori”, per es.Lovecraft, che quando invece teorizzava era un bieco positivista-evoluzionista- motivo di più per un bel “Crucifige”, secondo lorsignori…).
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Pubblicato il 12 September, 2010
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo