“C’era una volta la città dei matti” fiction su Rai 1- Maria D’Oronzo

Dal libro di poesie “La nave del paradiso” di Giorgio Antonucci:


Mi hanno chiuso in manicomio
a vent’anni
per disturbi di parto


Ora
dopo altri venti


mi hanno proposto
come alternativa
un ospizio per vecchi.


Sorprende che nella fiction su rai 1, “C’era una volta la città dei matti”, i manicomi vengano chiamati per quello che sono – lager -. Franco Basaglia ha vinto una battaglia istituzionale; con il suo lavoro ha indicato il superamento dei manicomi. Oggi le cliniche psichiatriche a volte vengono chiamate ipocritamente comunità terapeutiche, invece i trattamenti sono coercizione fisica con letti di contenzione e camice di forza, coercizione chimica con psicofarmaci, mezzi di distruzione come l’elettroshock, e ricatti psicologici e morali. La legge 180 avrebbe dovuto garantire diritti ai pazienti e ai ricoverati, invece non è cambiato nulla nella cultura dell’esclusione sociale e nella menzogna delle relazioni umane. Colui che in qualche modo dà fastidio viene comunque affidato ai trattamenti psichiatrici. Spesso con conseguenze mortali come nel caso recente dell’anarchico Francesco Mastrogiovanni. Per chi conosce i libri del dottor Giorgio Antonucci questa situazione appare con chiarezza. Nella fiction televisiva è molto chiara tra le altre la storia di Margherita. L’unico modo per rispettare Basaglia è continuare a fare quello che lui faceva per cambiare le cose.

Maria D’Oronzo

Pubblicato il 9 February, 2010
Categoria: Notizie

Die Zwangsbegutachtung (1/3): Giorgio Antonucci, Massimiliano Boschi

Ritorno all’Osservanza



Die Zwangsbegutachtung (1/3) – MyVideo

Pubblicato il 8 February, 2010
Categoria: Video

Giorgio Antonucci: l’elettroshock. Video su “Striscia la notizia” con Wonder Woman (Laura Mileto)



Video di servizi di Laura Mileto andati in onda su “Striscia la Notizia

Antonucci e l’elettroshock


Foto di uno dei viaggi a Roma dell’Autogestito

Pubblicato il 6 February, 2010
Categoria: Immagini, Notizie, Video

Zustände in den ehemaligen Irrenanstalten


Zustände in den ehemaligen Irrenanstalten – MyVideo

Pubblicato il 29 January, 2010
Categoria: Video

PSICOFARMACOS / hiperactividad en niños.

La psiquiatría no es una ciencia, es un sistema de control del pensamiento, por lo tanto debe desaparecer dice el Dr. Giorgio Antonucci.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 25 January, 2010
Categoria: Video

La violenza nel lavoro e nella psichiatria – Vito Totire



La città del Secondo Rinascimento, n° 27


Vorrei fare alcune riflessioni anche a partire dal mio lavoro istituzionale, che non si svolge strettamente nel campo del disagio mentale, ma in quello della medicina del lavoro. A Gorizia ho partecipato ad un processo penale riguardane le vittime dell’amianto nei cantieri navali.

A questo proposito vorrei aprire un ragionamento sugli omicidi colposi nei luoghi di lavoro e sulla loro pericolosità . Il sistema giuridico dei “delitti e delle pene” nel nostro paese, nella storia recente e passata, è in questo campo spesso ispirato al principio di “due pesi e due misure”, che Giorgio Antonucci ha denunciato a più riprese. Uno stereotipo ancora oggi fortemente radicato, nonostante la sua inconsistenza, è quello che associa la cosiddetta pericolosità, compresa la pulsione omicida. Anche nella medicina del lavoro accade questo. Il dibattimento in cui sono intervenuto a Gorizia, come perito di parte lesa, riguardava i danni dell’amianto, sostanza che oggi è fuorilegge solo in alcuni paesi e in quelli in cui non lo è provoca almeno centomila morti all’anno tra i lavoratori e molti di più se consideriamo l’impatto ambientale e sociale complessivo.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 23 January, 2010
Categoria: Testi

C’è un confine tra normale e patologico? – Stefano Benassi



La città del Secondo Rinascimento, n°27


ll libro di Giorgio Antonucci Diario dal manicomio. Ricordi e pensieri (Spirali) è complesso, non solo per il numero di pagine e per la corposità del testo, ma per il modo con cui è stato scritto. C’è una sorta di filo d’Arianna che conduce all’interno di un ospedale psichiatrico, l’Ospedale Psichiatrico di Imola, a partire dall’esperienza dell’Autore. Un’esperienza diretta che fa da filo conduttore all’esplorazione di uno spazio, un’istituzione totalizzante, in cui a un individuo vengono ridotte le capacità di libertà individuale e di movimento. E’ uno spazio totale in senso assoluto, perchè ingloba l’individuo e non consente, proprio come una prigione, neppure di muoversi: attraverso sistemi di contenzione fisica da un lato e, dall’altro, attraverso la riduzione della capacità di percezione dello spazio con l’uso di mezzi molto più sottili, mezzi di “cura”, come elettroshock e psicofarmaci. Questa limitazione dello spazio corrisponde a un tentativo di annientamento della personalità individuale che, tuttavia, viene considerata “a scop di cura”. Sembrerebbe una contraddizione evidente, ma così non è perchè il confine tra ciò che consideriamo normale e ciò che consideriamo patologico è molto labile.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 23 January, 2010
Categoria: Testi

THE MITH OF MENTAL ILLNESS- Giorgio Antonucci e Thomas Szasz



Pubblicato il 21 January, 2010
Categoria: Notizie, Video

Questione di salute – Giorgio Antonucci

La Città del Secondo Rinascimento, n°27

Riprenderei quanto ha raccontato Stefano Benassi a proposito di quello studente che vantava i benefici che alcuni pazienti degli Stati Uniti attribuivano all’uso dell’elettroshock. Tutto sta nell’intendersi sulla parola “beneficio”, perchè, per esempio, oltre all’elettroshock, la psichiatria ha usato, e a volte usa ancora in alcuni paesi, la castrazione. Allora, non sarebbe difficile trovare uomini tormentati dal desiderio delle donne che si fanno castrare e, dopo, sono liberi da questo desiderio: potrebbero chiamare l’operazione un beneficio. La questione è molto precisa. L’unico effetto dell’elettroshock, riconosciuto da tutti gli psichiatri che lo praticano, è la diminuzione della memoria. Per non parlare del fatto che l’elettroshock procura artificialmente uno stato patologico, una perdita di coscienza e una convulsione simili a quelle che avvengono nell’epilessia. L’epilessia purtroppo è una malattia, di tipo neurologico, che si può contrarre, per esempio, in seguito ad un incidente stradale. Una persona che in un incidente stradale batte la testa ha una piccola emorragia che procura una lesione al cervello, che può causare crisi epilettiche periodiche. Ciò significa perdita di coscienza e convulsioni. Dostoevskij aveva l’epilessia e l’ha descritta molto bene. E’ una malattia neurologica, e vi spiegherò perchè dico “malattia neurologica”. Sono un medico, so bene che cos’è una malattia, e proprio per questo non uso il termine “malattia” quando si tratta di cose differenti. Si può affermare tranquillamente che il cancro al fegato è una malattia, nessuno può negarlo. Ma dire che l’omosessualità è una malattia sarebbe una pura idiozia.

Ora vorrei raccontare un episodio autobiografico, perchè ho ascoltato molto volentieri l’intervento intelligentissimo dell’amico Vito Totire. Vorrei dire in breve che cos’è un manicomio giudiziario nella sua concretezza.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 16 January, 2010
Categoria: Notizie

THOMAS SZASZ- “La mia follia mi ha salvato”. La follia e il matrimonio di Virginia Woolf



“La mia follia mi ha salvato” La follia e il matrimonio di Virginia Woolf di Thomas Szasz.





L’itinerario di una donna, scrittrice e editrice, e l’infelice relazione con il marito Leonard, fino al tragico epilogo


Thomas Szasz rilegge la vita di una delle più rivoluzionarie scrittrici del Novecento, dall’infanzia fino al tragico epilogo, cogliendone i lati più nascosti e meno esplorati, in contrasto con il discorso dominante, dalla critica letteraria alla psichiatria.
Un’opera che riscopre Virginia Woolf andando oltre la sua rappresentazione di genio malato che la vorrebbe divisa tra “genio” e “follia”.
Secondo Szasz, qui nella duplice veste di scrittore e psicanalista, Virginia non era vittima né della malattia mentale, né della psichiatria, né del marito. Non era semplicemente folle, ovvero “posseduta dalla follia”, bensì “possedeva la sua follia” ed era agente morale capace d’imporsi e usare la malattia per manipolare l’ambiente sociale e forgiare la propria vita secondo un progetto preciso.

Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 29 December, 2009
Categoria: Libri, Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo