Questione di salute – Giorgio Antonucci

La Città del Secondo Rinascimento, n°27

Riprenderei quanto ha raccontato Stefano Benassi a proposito di quello studente che vantava i benefici che alcuni pazienti degli Stati Uniti attribuivano all’uso dell’elettroshock. Tutto sta nell’intendersi sulla parola “beneficio”, perchè, per esempio, oltre all’elettroshock, la psichiatria ha usato, e a volte usa ancora in alcuni paesi, la castrazione. Allora, non sarebbe difficile trovare uomini tormentati dal desiderio delle donne che si fanno castrare e, dopo, sono liberi da questo desiderio: potrebbero chiamare l’operazione un beneficio. La questione è molto precisa. L’unico effetto dell’elettroshock, riconosciuto da tutti gli psichiatri che lo praticano, è la diminuzione della memoria. Per non parlare del fatto che l’elettroshock procura artificialmente uno stato patologico, una perdita di coscienza e una convulsione simili a quelle che avvengono nell’epilessia. L’epilessia purtroppo è una malattia, di tipo neurologico, che si può contrarre, per esempio, in seguito ad un incidente stradale. Una persona che in un incidente stradale batte la testa ha una piccola emorragia che procura una lesione al cervello, che può causare crisi epilettiche periodiche. Ciò significa perdita di coscienza e convulsioni. Dostoevskij aveva l’epilessia e l’ha descritta molto bene. E’ una malattia neurologica, e vi spiegherò perchè dico “malattia neurologica”. Sono un medico, so bene che cos’è una malattia, e proprio per questo non uso il termine “malattia” quando si tratta di cose differenti. Si può affermare tranquillamente che il cancro al fegato è una malattia, nessuno può negarlo. Ma dire che l’omosessualità è una malattia sarebbe una pura idiozia.

Ora vorrei raccontare un episodio autobiografico, perchè ho ascoltato molto volentieri l’intervento intelligentissimo dell’amico Vito Totire. Vorrei dire in breve che cos’è un manicomio giudiziario nella sua concretezza.

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Pubblicato il 16 January, 2010
Categoria: Notizie

THOMAS SZASZ- “La mia follia mi ha salvato”. La follia e il matrimonio di Virginia Woolf



“La mia follia mi ha salvato” La follia e il matrimonio di Virginia Woolf di Thomas Szasz.





L’itinerario di una donna, scrittrice e editrice, e l’infelice relazione con il marito Leonard, fino al tragico epilogo


Thomas Szasz rilegge la vita di una delle più rivoluzionarie scrittrici del Novecento, dall’infanzia fino al tragico epilogo, cogliendone i lati più nascosti e meno esplorati, in contrasto con il discorso dominante, dalla critica letteraria alla psichiatria.
Un’opera che riscopre Virginia Woolf andando oltre la sua rappresentazione di genio malato che la vorrebbe divisa tra “genio” e “follia”.
Secondo Szasz, qui nella duplice veste di scrittore e psicanalista, Virginia non era vittima né della malattia mentale, né della psichiatria, né del marito. Non era semplicemente folle, ovvero “posseduta dalla follia”, bensì “possedeva la sua follia” ed era agente morale capace d’imporsi e usare la malattia per manipolare l’ambiente sociale e forgiare la propria vita secondo un progetto preciso.

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Pubblicato il 29 December, 2009
Categoria: Libri, Notizie

Giorgio Antonucci – Da “IL SOGNO DI DAVID” –


Prima di uccidersi aveva lasciato un biglietto con queste parole:

Hanno letto la mia fine nel fondo degli occhi

scritta come su un sepolcro.

Tumore alla testa

Così ho pensato:

-Tra poco questa immensità di vita e di

intelletto si spargerà nell’aria come acque

dall’alto delle rocce.

E nessuno mi cercherà.-

Avevo letto sul libro:

“Ma tu sei sempre lo stesso, e gli anni tuoi

non finiranno”.


Giorgio Antonucci

La nave del paradiso – ed. SpiraliVel, 1990

Pubblicato il 10 December, 2009
Categoria: Libri

Malati di niente. Morti di psichiatria

Il 27 novembre 2009, a Napoli, si è organizzato un incontro, con Maria D’Oronzo, per dare aggiornamenti sulle indagini giudiziarie sulla morte di Francesco Mastrogiovanni, avvenuta il 4 agosto 2009 in trattamento sanitario obbigatorio, dopo 80 ore di contenzione continuata a letto, nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania.

Il signor Mastrogiovanni, dalla stampa locale ” noto anarchico” , durante le 80 ore di contenzione non ha ricevuto nè cibo nè acqua, gli sono stati somministrati psicofarmaci ed è stato necessario richiedere il parere del medico legale sulla fattura dei legacci di contenzione. Le ipotesi fatte dai medici legali riferiscono ” filo di ferro o  plastica dura”. Per questi fatti sono stati indagati sette medici, dodici infermieri e il primario, per omicidio colposo. Tutto il reparto.

Gli interventi della serata hanno sottolineato l’estranietà della psichiatria al campo medico e scientifico, la questione degli psicofarmaci o neuroplegici i cui effetti sono dannosi alla salute  delle persone, la ragione psichiatrica basata su coercizione fisica, psicologica, farmacologica.

Sono state lette e commentate poesie del dottor Giorgio Antonucci dalla raccolta “La nave del paradiso“: “Se mi ascolti e mi credi”,  “La testa fra i ceppi“, “Il saluto“. La raccolta di poesie “La nave del paradiso” è un dialogo reale fra l’autore e gli internati psichiatrici, riguardo alla pratica coercitiva della psichiatria.

E’ intervenuto Sabatino Catapano, poeta e sopravvissuto al carcere e all’ ospedale psichiatrico giudiziazio (O.P.G.) di Aversa, con poesie tratte dal suo libro “Il sopravvissuto” e testimonianze della sua reclusione psichiatrica.


Maria D’Oronzo

Pubblicato il 3 December, 2009
Categoria: Notizie

Ripresa pubblica del TELEFONO VIOLA di Roma

Comunicato Stampa del Telefono Viola di Roma contro gli abusi della psichiatria
(Resp. del comunicato: Dr. Alessio Coppola, 334.1011533 – alessio.coppola@luvis.eu)

LA NOTIZIA
LUNEDI’ 16 Novembre 2009 verrà riattivato, dopo dieci anni di studio e riorganizzazione, il Telefono Viola di Roma, fondato nell’ottobre del 1991 dal Dr. Alessio Coppola, ora anche presidente di LUVIS (Libera Università del Volontariato e dell’Impresa Sociale.)

Cosa farà il Telefono Viola
Potranno essere chiesti appuntamenti per denunce di abusi e violenze in ambito psichiatrico telefonando alla segreteria 06/490821 r. a. (fax 06/491623) dal lunedì al venerdì.

L’emergenza
Oggi primo intervento della riapertura del Telefono Viola di Roma, con sopralluogo del Presidente Alessio Coppola allo SPDC presso l’Ospedale Civile di Pontecorvo, dove si trovava in TSO una giovane donna (Luisa). Il T. Viola, dopo aver parlato con i sanitari, ha preso atto dell’intervenuta interruzione di fatto del TSO con lo scioglimento dei legacci ed il passaggio ad una terapia orale, concordata con Luisa.

Data la recrudescenza di TSO su tutto il territorio romano, laziale e nazionale, e considerati i progetti di legge di prolungamento dei periodi psichiatrici reclusori, il fondatore e primo Presidente del Telefono Viola Alessio Coppola, ha riattivato il servizio di denuncia degli abusi in ambito psichiatrico a carico degli utenti sia in stato di consenso alle cure che in stato di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Saranno coinvolti diversi studi legali (Mancini-Faieta, Galantucci, Maccarrone, D. Coppola, ecc. ).

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Pubblicato il 14 November, 2009
Categoria: Notizie

Il caso Sabattini: dissenso radicale – Giorgio Antonucci: perito della difesa

Ricorre l’anniversario della scomparsa di Carlo Sabattini (Il Nuovo giornale di Modena: lettera firmata da Giuliana Galli).

Dal libro di Giorgio Antonucci, “Il pregiudizio psichiatrico”, Eleuthera,1989

Il caso Sabattini
A proposito del problema del dissenso politico sottoposto attualmente in Italia a persecuzione riferirò del caso, già accennato, di Carlo Sabattini, di cui mi sono occupato come perito di difesa. ( La storia dell’internamento di Carlo Sabattini cominciò con una denuncia del sindaco di Modena per presunto danneggiamento di edifici pubblici in seguito ad affissione di manifestini che sarebbe stato difficile staccare.)

Nell’estate del 1985, quando Carlo Sabattini era internato nel manicomio giudiziario di Castiglione delle Stiviere, in seguito a denuncia pretestuosa del sindaco di Modena e per ordine del pretore Persico, appoggiato dalla perizia di tre psichiatri, che avevano dichiarato Sabattini malato di mente pericoloso, in qualità di perito della difesa andai più volte a trovarlo, con lo scopo di conoscerlo e preparare con lui gli strumenti della difesa.

In quel periodo la stampa nazionale italiana parlava molto del caso Sacharov e poco o nulla di Sabattini, capolista dei Verdi nel Comune di Modena, una persona che godeva la fiducia dei cittadini, oltre che degli amici e collaboratori, tanto che era stato eletto con il maggior numero di preferenze. Le sue iniziative per denunciare le condizioni ecologiche e altri aspetti della vita modenese, erano molto ponderate e precise, frutto di convinzioni profonde. Sabattini era diventato un punto di riferimento non solo per i Verdi ma per chi voleva cambiare le cose. Così l’hanno fatto passare per matto, sono andati a prenderlo a casa e l’hanno internato in un manicomio.

Sono andato a trovarlo, ho parlato con lui e l’ho trovato persona estremamente consapevole e cosciente di quello che era accaduto. Con serenità mi ha detto: “Non guardate chi è Sabattini. Stando qui dentro al manicomio giudiziario potrebbe anche innervosirsi. Guardate piuttosto i documenti delle vertenze giuridiche di cui mi sono occupato”. Così mi ha fatto vedere i documenti con i quali ha formato un “libro bianco”, mandato alla Federazione provinciale del Partito Socialista di Modena, che a sua volta lo ha trasmesso al presidente Pertini perchè lo sottoponesse all’esame del Consiglio Superiore della Magistratura.
Sabattini ha infine ribadito: “Guardate i documenti e decidete, invece di mettere da parte me con dei pretesti.”

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Pubblicato il 24 September, 2009
Categoria: Testi

Giorgio Antonucci: contro l’esclusione psichiatrica, per il diritto di libertà alla persona

Da “31 anni di 180 a Imola”, tesi di laurea di Elena Gentileschi, 2008/2009



3.2 LA MALATTIA MENTALE E IL GIUDIZIO PSICHIATRICO

“Dal punto di vista etimologico, la parola “deviante” deriva dal greco e significa allontanarsi dalla vita o allontanarsi dalla norma…” così scrive il Dr.Antonucci mentre esprime riflessioni sul giudizio psichiatrico da lui inteso come la prima e più diffusa segregazione e continua “…il termine deriva dal latino tardo. Da questo è stato tratto il termine politico deviazionista ma più tradizionalmente per identificare il dissenso dalle norme di pensiero o di costume si usano anche nel linguaggio popolare le parole matto, pazzo, e folle”1.

Secondo la sua esperienza vissuta a contatto con il disagio psichico delle persone all’interno delle strutture manicomiali italiane del Novecento per più di vent’anni, il Dr. Antonucci definisce l’origine delle parole matto e pazzo come incerta “ma questo la rende utile ancora di più nella sua indeterminazione perché così la si può usare liberamente ogni volta che fa comodo. La parola folle la si usa per indicare pensieri e comportamenti e azioni che si allontanano apparentemente o realmente dalle nostre abitudini e dai modi di pensare più usuali”2. Secondo il Dr. Antonucci la tradizione psichiatrica si fonda sul fatto che i termini di giudizio negativo siano legati all’ipotesi che i pensieri e i comportamenti che non ci piacciono siano dipendenti da un difetto della mente3.

“Se provassimo al contrario a considerare opinioni e comportamenti dei singoli individui senza prendere per punto di riferimento quello che pensa o che fa la maggioranza in un determinato momento storico, cominceremmo ad avere uno scambio libero di punti di vista personali e di modi di fare individuali. I problemi dell’intolleranza nascono dal fatto che alla generalità delle opinioni si attribuisce un carattere di norma obbligante per tutti”4.

Per questo motivo il Dr. Antonucci preferisce parlare di generalità  degli atteggiamenti e non di normalità degli stessi: se si toglie alla generalità dei comportamenti, non moralmente comprensibili, il carattere di normalità e di verità, il significato si ribalta considerando deviante ciò che prima è stato considerato normale e viceversa.

“Il determinismo classico, sia quello positivista che hegeliano, hanno allontanato il pensiero della conoscenza del reale e della complessità dell’individuo riducendo le società come caserme e stimolando la cultura dell’imperialismo”5 .

Con queste parole il Dr. Antonucci si riferisce al rischio di una semplificazione della storia sia degli uomini che dei popoli che va in senso contrario alla produzione della creatività riducendo a schemi tipici della psichiatria, della psicologia e della psicanalisi, la ricchezza degli uomini e delle donne.

Secondo il Dr. Antonucci, il potere degli psichiatri negli ultimi anni è  aumentato molto in Italia e anche nel resto dei paesi dove esiste la psichiatria.

“Questo delinea uno scenario nuovo che indica come la psichiatria contemporanea sia diversa da quella classica. La seconda ha elaborato alcuni concetti che si riferiscono a situazioni estreme intendendo con questo le antiche categorie che formano la struttura della psichiatria (schizofrenia, isterismo o paranoia). Queste categorie riguardavano situazioni nelle quali il rapporto tra individuo e società era particolarmente difficile. Attualmente invece la psichiatria estende le sue categorie a situazioni di vita molto diverse tra loro e questo è sottolineato dall’aumento delle malattie psichiatriche inserite nel D.S.M. IV”6.

Il Dr. Antonucci definisce la malattia come un fatto biologico oggettivo che mette a rischio il benessere e la vita della persona, c’è e si può constatare ma il fatto di dire per esempio che l’omosessualità, inserita fino a pochi anni fa nei disturbi del comportamento, è una malattia è un’affermazione moralistica che non ha nessun significato.

“Comunque il problema più grande non è capire se la malattia mentale è di origine organica o se è di origine psicologica, ma è il fatto che non sono ritenuti fisiologici soltanto quei pensieri e quei comportamenti che sono approvati e ritenuti ragionevoli o razionali dal moralismo di moda. Il problema non è il manicomio in sé perché è solo la conseguenza di una cultura del pregiudizio ovvero il pregiudizio psichiatrico.

Una studiosa al manicomio di Roma scrisse un libro dicendo che la maggior parte degli uomini venivano internati per problemi di lavoro e la maggior parte delle donne per problemi sessuali. E’ vero perché l’uomo viene attaccato quando non rende più sul lavoro in generale, naturalmente l’uomo che non ha potere e la donna viene attaccata per motivi di moralismo sessuali”7.

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Pubblicato il 18 September, 2009
Categoria: Testi

Thomas Szasz Award al dottor Giorgio Antonucci

“Il controllo sociale spacciato per terapia psichiatrica offre illimitate possibilità alla tirannia”

Al dottore Giorgio Antonucci per:

Meriti eccezionali nella lotta contro lo stato terapeutico

http://sofiamilos.com/italian/whatsnew_it.html

….Sofia presented another humanitarian award at the Annual CCHR
(Citizens Commission on Human Rights) Awards Gala, held at the Beverly
Hilton Hotel Feb. 28, 2005, this time to Dr. Giorgio Antonucci for his
heroic cause. In her speech, she talked about their common goal to free
children from dangerous and damaging psychiatric drugs and the
screentesting of children to put them on them, a cause she supports with
passion. For further information on the damaging effects of children on
Psychiatric drugs, ADHD and ADD, go to www.cchr.org and
www.ablechild.org. …..

Pubblicato il 6 September, 2009
Categoria: Immagini, Notizie, Presentazione, Testimonianze

Presentazione del dott. Giorgio Antonucci del libro “Sorvegliato mentale – effetti collaterali degli psicofarmaci – manuale d’uso” di M. D’Oronzo e P. Minelli.



Video dell’intervento del dottor Giorgio Antonucci al Fidenza Psicofestival

Fidenza Psicofestival – edizione 2009


Pubblicato il 28 August, 2009
Categoria: Video

Trattamento sanitario obbligatorio: Francesco Mastrogiovanni muore legato a letto – “La testa fra i ceppi” di Giorgio Antonucci

“La testa fra i ceppi”, poesia di Giorgio Antonucci, dalla raccolta “La nave del paradiso“, 1990, Spirali/Vel


Francesco Mastrogiovanni, maestro elementare di Castelnuovo Cilento di 58 anni. Il 31 luglio è stato sottoposto al trattamento sanitario obbligatorio nell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Quattro giorni dopo, la mattina del 4 agosto, gli infermieri l’hanno trovato morto, legato al letto.

http://filiarmonici.wordpress.com/

http://www.reset-italia.net/2009/08/16/detenuti-contenuti-legati-e-morti-francesco-mastrogiovanni/

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Pubblicato il 22 August, 2009
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo