Un Medico del Carcere Racconta i Meccanismi della Violenza Istituzionale

Il presente documento è stato recapitato all’OISM in data 10/12/2008, dopo che l’autrice l’aveva postato come commento sul sito della Senatrice Poretti (Pubblicato 11/12/2008).

Onorevole Senatrice Donatella Poretti,

mi chiamo Ilaria Bologna e per più di un anno ho lavorato come medico di guardia presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, meglio conosciuta come “Le Vallette”.

Non conosco per esperienza diretta la realtà dell’OPG. Leggere dei pestaggi e capire che non sono un’eventualità remota ed eccezionale, ma una realtà tanto grave quanto comune non richiede del resto una conoscenza approfondita: un’esperienza che non sia di solamente un paio di visite di mezz’ora all’interno di un’istituzione totale consente di capire immediatamente di cosa si sta parlando. Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 12 December, 2008
Categoria: Notizie

UN SISTEMA DI CONTENZIONE A MISURA DI PAZIENTE

Pubblicato il 7 December, 2008
Categoria: Luoghi comuni della psichiatria

SCARCERANDA-Trent’anni di Legge 180-a colloquio con Giorgio Antonucci e Maria Rosaria D’Oronzo

Scarceranda 2009


Trascrizione della trasmissione di Radio Onda Rossa del 13 maggio 2008.

Domanda

Raccontaci del tuo incontro con Franco Basaglia.

Giorgio Antonucci
Io ho telefonato a Basaglia se non sbaglio nel 1966. Lavoravo già a Firenze per evitare gli internamenti psichiatrici. Allora siccome Basaglia era già famoso perché cercava di superare il
manicomio, io gli telefonai dato che i nostri scopi coincidevano. Io cercavo di evitare gli
internamenti in qualunque clinica psichiatrica e lui stava cercando di dimostrare che i manicomi e le
cliniche psichiatriche non sono la risposta. Siamo entrati in contatto in quel periodo sulla base di
questa affinità e ci siamo sentiti diverse volte. È per questo che dopo lui, nel 1969, mi ha chiamato a
lavorare all’ospedale di Gorizia, il primo istituto psichiatrico che è stato messo in radicale
discussione. Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 3 December, 2008
Categoria: Libri, Notizie

La guerra di Piero – Fabrizio De André in concerto & PFM – Il SALUTO (poesia di Giorgio Antonucci)

http://it.youtube.com/watch?v=4X8JhSaCcUk

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Pubblicato il 2 December, 2008
Categoria: Audio, Libri, Testi

Mina-Sognando-di Don Backy

http://it.youtube.com/watch?v=epDXNDUtv2w Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 2 December, 2008
Categoria: Audio

Le visite popolari al manicomio San Lazzaro di Reggio Emilia

Foto di Piero Colacicchi, durante la 1° visita di persone che entrarono nei reparti dei bambini al manicomio di San Lazzaro di Reggio Emilia. Ci furono momenti di grave tensione. Colacicchi: “La foto è scura e storta…la scattai di nascosto, senza poter calcolare i tempi nè inquadrare. Per me, però, è molto importante. La feci al reparto De Sanctis, reparto per i bambini del San Lazzaro, a Reggio Emilia, durante la prima calata.”

Giorgio Antonucci nel suo libro “ I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria“, ed.coop Apache, 1986), scrive: “I medici e gli infermieri del San Lazzaro vissero momenti di paura./ In pratica la gente diceva:

Avreste potuto anche convincerci forse che gli adulti qui rinchiusi sono pericolosi, ma perchè i bambini di quattro,dieci anni legati alle seggiole?“.


“I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria” di Giorgio Antonucci, 1986.

Testimonianza di Eleftherio Tzirarkas sul lavoro di Giorgio Antonucci al manicomio di S.Lazzaro
http://centro-relazioni-umane.antipsichiatria-bologna.net/2011/05/21/testimonianza-di-eleftherio-tzirarkas-sul-lavoro-di-giorgio-antonucci-al-manicomio-di-slazzaro/

Pubblicato il 2 December, 2008
Categoria: Immagini, Libri

Discorso di PIERO COLACICCHI alla consegna del “Premio Giorgio Antonucci”



Ringrazio il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani che ha voluto conferirmi questo Premio. Sono molto grato a Giorgio, a Giorgio Antonucci, amico fraterno da più di quarant’anni, per aver indicato proprio me a riceverlo per primo. Si tratta di un grande onore che mi emoziona molto.

Si tratta però di un onore che in realtà non spetterebbe a me ma a ben altri. È vero: ho dedicato una parte considerevole del mio tempo sia, da una parte, a denunciare atti di discriminazione, di ingiustizia, a volte di assoluta e inqualificabile violenza nei confronti di gente priva di qualsiasi strumento di difesa sia, dall’altra parte, ad appoggiare persone che, come Giorgio, combattevano in loro difesa, ma ciò che mi ha spinto a farlo è stata l’indignazione che ho sentito per le condizioni di quei perseguitati e l’ammirazione per la dignità con cui subivano e sopportavano ogni sorta di violenze. Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 2 December, 2008
Categoria: Audio, Notizie

MASSIMO GOLFIERI – “Esterni in Interno” –

Fotografo e artista visivo, ha documentato negli anni le realtà all’interno delle strutture psichiatriche di Imola

dove ha incontrato Giorgio Antonucci. Massimo Golfieri ha vissuto da vicino varie fasi del lavoro di Antonucci per la liberazione dei detenuti.



Pittura di Piero Colacicchi


I vestiti, procurati da Noris Orlandi Antonucci, per le donne del reparto Autogestito in sostituzione dei camicioni dell’ospedale psichiatrico.


Il refettorio con i dipinti di Giuseppe Tradii


I dipinti di Giuseppe Tradii



Il giardino del reparto Autogestito liberato dai muri e allestito con panchine e fontane procurate dal dottor Giorgio Antonucci


La fontana con l’acqua nel giardino dell’ospedale psichiatrico procurata da Giorgio Antonucci.



L’ archivio di viaggio di  Massimo Golfieri


raccoglie tra l’altro una vasta documentazione sui paesi dell’area mediterranea sempre sul filo di una costante ricerca poetica e sociale.





Queste fotografie – scattate dalla metà degli anni ottanta nell’arco di un





decennio
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Pubblicato il 1 December, 2008
Categoria: Immagini

LE “RAZZE” CRIMINALI

SABATOSERAONLINE
24 novembre 2008 | 15:38
Cesare Lombroso “l’homme criminel”


Da Lombroso ai giorni nostri. Di Giorgio Antonucci.
“Che uno studente di liceo, che un impiegato qualunque sia preso dal ticchio di leggere tutto il giorno giornali e scombiccherare grossi quaderni dalle elucubrazioni più volgari e spropositate, io non ci troverei nulla a ridire ma che un cuoco, anzi uno sguattero, acuisca l’ingegno maggiore che natura gli diede, non nell’ammannire nuovi intingoli, ma nello scrivere continuamente, nel progettare repubbliche ideali, come non l’oserebbe forse attualmente Mazzini, e nel continuarvi anche quando non trova alcuno che gli badi, tanto da ridursi alla fame, qui troviamo una di quelle specie di eroi che, piuttosto di toccare le soglie del Walhalla, raggiungono o, almeno rasentano quelle del manicomio, tanto più se egli è di quelle regioni dove l’ideale delle basse plebi difficilmente si spinge verso le alte questioni politiche e morali”. (Considerazioni al processo Passanante, in Delitti vecchi e delitti nuovi, Torino 1902, p. 202).
In poche frasi, l’essenza del pensiero di Cesare Lombroso, medico, antropologo e psichiatra, non a caso direttore dell’ospedale psichiatrico di Pesaro. Nelle sue considerazioni è reso evidente il rapporto tra ideologia psichiatrica e razzismo, in lui si incarna la diffidenza tipica dell’Ottocento contro tutte le differenze.

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Pubblicato il 25 November, 2008
Categoria: Testi

MORIRE DI PSICHIATRIA- Renata Laghi

intervista a G.Antonucci su la tragedia Laghi

La tragica vicenda di Renata Laghi che con fiducia si è rivolta alle cure psichiatriche e di cui è morta. Il drammatico appello della famiglia e il loro ringraziamento al dott. Giorgio Antonucci per il suo intervento su SetteSera.

«In questo momento non abbiamo ancora deciso cosa fare. Sulla morte della mamma rimangono ancora tanti dubbi, tante cose da chiarire. Tanta rabbia e tanto dolore. Sarebbe importante capire. Una cosa di questo tipo non deve più capitare, a nessuno e per nessun motivo. Ma se qualche associazione non ci viene in aiuto è difficile pensare di poter andare avanti da soli…». Dieci giorni dopo la morte di Renata Laghi, avvenuta in circostanze poco chiare il 6 ottobre scorso nel reparto di Psichiatria dell’ Ospedale di Forlì¬, il figlio Roberto si sforza di riprendere le fila del discorso, di analizzare la situazione. Ma è ancora troppo presto per avere le idee chiare. «Tutto è successo in fretta, non c’è stato il tempo di ricostruire i dettagli, le testimonianze delle persone che hanno visto o che hanno avuto a che fare con la vicenda». Il racconto di Roberto, per quanto emotivo, è comunque chiaro e lineare. E terribile. LA STORIA DI RENATA Metà settembre, un mese fa. Renata ha 53 anni, un marito – Massimo Budrioli – e due figli, Roberto e Roberta. Renata soffre da anni di una forma di depressione ciclica. La conosce e la cura. In passato è capitato che si sia ricoverata qualche settimana a Villa Azzurra, a Riolo, per farsi seguire meglio e risolvere le crisi più complicate. Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 25 November, 2008
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo