Archive for May, 2011

Psichiatria e antipsichiatria – Eugen Galasso

Parliamo delle persone, diceva Giorgio Antonucci, in videoconferenza con Tolè, sabato scorso,  non di psichiatria o antipsichiatria. Sacrosanto, quando invece gli psichiatri parlano di “casi”. Di un “borderline”, di uno “schizofrenico”, di un’ “isterica” (sì, persino questa diagnosi, sempre contra mulieres, vale ancora, per taluni “strizzacervelli”), di un paranoico etc. Casi, da risolvere(neanche fossero Sherlock Holmes, questi men and women), per incasellare-inquadrare-classificare. Senza i loro schemini non sanno far nulla. Talora verrebbe da rimpiangere epoche più crudeli (?) nelle quali almeno si usava la violenza senza troppa pre-meditazione. Ora, trovano la signora o ragazza che è scomoda per lasciarle l’eredità, il tipo che è troppo artista per assumersi “la responsabilità” e allora avanti, badabing-beng-bong (è in una canzone, anche bella, francese, non preoccupatevi… ); lo sbattiamo in “RP” (Reparto psichiatrico) con un bel “TSO” per “scioglierlo”/”liberarlo”/sollevarlo dagli impegni-impacci del “quotidiano”… Psichiatria d’assalto, altro che storie… Se volete, trovate parole e frasi più adatte, per “travestire”, metaforizzare etc., ma in realtà il succo della cosa è questo… Un ginepraio, se vogliamo, anche di leggi e cavilli giuridici, dove invece sarebbe molto meglio “en sortir”, con un’abolizione di tutto quanto limita la libertà. Un conto è il delinquente che uccide, che va recluso (esprimo al maschile solo per comodità, non è disprezzo della par condicio), per evitare che ricada nel delitto, ma chi è ingiustamente “accusato” (vale quanto detto prima) di “pazzia” sia libero, oltre e contro i pregiudizi degli sciocchi.

Eugen Galasso

Pubblicato il 14 May, 2011
Categoria: Testi

CONFERENZA NAZIONALE TELEFONO VIOLA


21 MAGGIO 2011
ORE 9.00 – 17.00

“I Vent’anni del Telefono Viola”
Contro gli abusi e le violenze psichiatriche
da Davide Catalano a Francesco Mastrogiovanni

http://telviolaroma.blogspot.com/

Pubblicato il 13 May, 2011
Categoria: Eventi

“Conversando con Lovecraft” Baggiani – Eugen Galasso



Howard Phillps Lovecraft (1890-1937), the lonelyman of Providence (il solitario di Providence), il “terribile” autore del fantastico (leggetelo in un locale almeno un po’ illuminato), con i suoi miti di Ctulhu, le sue saghe infinite e mai concluse (in/finite, appunto, cioè non finite, sempre che il latino sia ancora un riferimento…), la sua anglofilia, il suo razzismo sostanziale, temperato però dal suo matrimonio con un’intellettuale ebrea, tanto che lo scrittore provò orrore di fronte alle prime notizie sui campi di concentramento nazisti, il suo razionalismo positivista che parte soprattutto da Darwin, contrastante solo apparentemente con i “Grandi Antichi” e la mitologia-rigorosamente pagana-dell’autore, rivive in questo libretto di  Leonardo Baggiani, “Conversando con H.P. Lovecraft”, Lucca, Mermaid editore. In meno di 6o pagine, Baggiani, laureato in economia e commercio, pisano (è l’unico neo-scherzo, pur se…), musicista, musicologo, giornalista economico, ci mette di fronte, con un’intervista immaginaria (il genere che in Italia celebrava i suoi fasti con Alberto Arbasino e pochi altri) a una riflessione sul senso delle opere dell’autore, dove, accanto a qualche elemento accennato sopra, alla difficoltà di leggere l’autore senza “occhiali” paralizzanti, ci fa recuperare il piacere del testo, soprattutto senza ricorrere a psichiatrizzazioni indebite, care invece agli idola tribus, per dirla con Bacon, il grande pensatore seicentesco, forse meglio idola vulgi, cioè a dire quelli del “volgo”, degli orecchianti che pretendono di sapere; manca anche il tentativo di posare Lovecraft sul sofà non delle muse ma dello psicoanalista… Meno radicale di Michel Houellebecq, scrittore francese contemporaneo che in “H.P.Lovecraft. Contre le monde, contre la vie”(in italiano Milano, Bompiani 2005) ne fa il corifeo del nichilismo gnostico (appunto contro il mondo e contro la vita, dove bisogna però ricordare che Lovecraft è materialista, cfr.anche sopra), Baggiani è però attratto dal carattere anti-moderno di questo grande autore, dove (senza che il Nostro vi accenni mai) qualcuno ha, forse improvvidamente, perché non ci sono influenze dirette, forse però fecondamente, proposto parallelismi con il grande pensatore e artista italiano di origini spagnole, reazionario-aristocratico,  Julius Evola.

Eugen Galasso

Pubblicato il 10 May, 2011
Categoria: Notizie

Philip Dick, FBI e psichiatria – Eugen Galasso



Philip Kindred Dick (1928-1982), grande scrittore di Chicago, autore di testi “profetici” (“Il mondo come Ubik lo creò”, “La trilogia divina”, “L’occhio della sibilla”, “Gli androidi  sognano montoni elettrici”, che diviene poi il film “Blade Runner” di Ridley Scott), è uno di quegli autori che, tra critiche e riduzionismi “eterni”, ha attraversato fasi di scoperta-riscoperta, di valutazioni oscillanti, di sottolineatura polemica, tanto che qualcuno lo aveva definito “schizofrenico”….sic! In realtà la vita difficile di Philip (detto Phil da tutti, con la “mania” yankee di ridurre all’osso i nomi-noto il fatto che  Ronald Reagan tutti i cittadini lo chiamavano Ronnie, che Clinton, che in Francia nei libri e nei giornali sentirete sempre chiamare William, era sempre Bill in patria), tra la morte della sorella gemella poche settimane dopo la nascita, il divorzio dei genitori quando aveva appena quattro anni, restando solo con una mamma autoritaria, “buttato” dalla facoltà filosofica di Berkeley per filo-comunismo (era l’epoca maccartista, la contestazione studentesca era ancora lontana), passando per sperimentazioni con droghe varie (LSD in primis, arriva Tim Leary, lo psichiatra e antropologo che studia e sperimenta ogni ambito della psichedelia), lo porta a quello che i “piccoli borghesi”, timorosi pur anco della propria ombra, chiamano “depressione”. Dick (le cronache lo accertano) era stato perseguitato dall’FBI, era finito in clinica psichiatrica… Nel corso degli anni non ho mai potuto leggere sistematicamente le opere di Dick (cosa che invece ho fatto, per es. con Ray Bradbury), ma vari romanzi e racconti “fantastici” li ho letti, tra cui anche questi  testi giovanili, recentemente ripubblicati in francese(Paris, Gallimard-Folio) come “Colazione al crepuscolo” (“Breakfast at twilight”), “Small Town” (“Una piccola città”) e “Dove c’è igiene…” (“The Cromium Fence”), racconti scritti a metà anni Cinquanta. In tutti questi testi quale la chiave? La bellezza dell’arte, della creatività, che si scontra contro la bruttezza del mondo (un tratto gnostico, certo), ma anche la teoria delle realtà parallele, che dopo la teoria della relatività di Einstein si impone. Ma si nota anche, senza dover far neppure tanta attenzione, la polemica contro la psichiatria che riduce quanto non sa spiegare a “follia” o peggio “pazzia”. Leggendo Phil Dick capirete ancora di più la colossale (e quasi sempre letale) truffa della psichiatria e di coloro (tra gli psicoanalisti, gli psicoterapeuti e altri) che vi si accodano…    Eugen Galasso

Pubblicato il 8 May, 2011
Categoria: Testi

“LA QUESTIONE PSICHIATRICA: dalla paura della diversità ai muri di protezione” Incontro pubblico – Giorgio Antonucci, Maria D’Oronzo, Eugen Galasso – presso ass. GEART

Incontro Pubblico:

dibattito: Centro di relazioni umane di Bologna

Video-conferenza con Giorgio Antonucci : “Nè psichiatria nè antipsichiatria”
presso ass. GEART

 

Reading e proiezioni: Collettivo “Ayde”

Foto:Paolo di Giosia

sabato 7 maggio 2011

ore 16

via Vedegheto 1096/c, Savigno, Bologna

Pubblicato il 5 May, 2011
Categoria: Notizie

La pedagogia clinica e A.D.H.D. – Eugen Galasso


La pedagogia clinica: disciplina e prassi nata almeno 37 anni fa, con Guido Pesci e Sergio Gaiffi. E’ormai una realtà vivo e importante, tanto che sia il congresso nazionale di fine ottobre 2010, sia il recente, importante, convegno di Orvieto (16 aprile 2011) su “Multidisciplinarietà come trama educativa. Professioni, Scuola, Famiglia, Istituzioni”, organizzato ad opera dei pedagogisti clinici dell’Umbria, con un’importante lectio magistralis del presidente-fondatore Guido Pesci, hanno segnato una partecipazione importante, appunto pluridisciplinare, con tanti apporti di sociologi, psicologi, psicoanalisti e psicoterapeuti, logopedisti, operatori vari, educatori etc.. Rimane però  una questione insoluta: quella del rapporto psichiatria/antipsichiatria, mai esplicitamente tematizzata ufficialmente. Peccato, perché grava sulla categoria un’affaire insoluto che pesa come un macigno: certo, si può dire che la pedagogia clinica non è quella speciale, che questioni come quella della psichiatria non afferiscono all’ambito specifico (“noi facciamo opera educativa”), eppure la questione rimane. Al convegno di Orvieto, dove non sono intervenuto direttamente, con relazioni o altro, ho sentito parole alte e importanti, probabilmente le più importanti degli ultimi dieci anni o poco più, ma la querelle rimane: resta quando si parla di ADHD (una “sindrome” inventata di recente, che categorizza bambini/e ragazzi/e “iperattivi”e”disattenti”…ovviamente trattandoli farmacologicamente).

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Pubblicato il 3 May, 2011
Categoria: Testi

Reflecting:il silenzio – Eugen Galasso


Ogni volta che mi capita di parlare in pubblico di reflecting mi accorgo che il tema e il metodo (ma in realtà è di più; potrebbe essere, se realmente praticato, una concezione di vita) coinvolgono tutte le persone che partecipano a questi incontri. Cerco di riassumere quanto mi pare emerga da due incontri bolognesi, svolti in periodi differenti, a distanza di quasi mezzo anno (novembre 2010-metà aprile 2011), oltre che dagli incontri fiorentini e da quelli svolti altrove, in circostanze e periodi differenti:  A) il reflecting non dà risposte, pone domande formulate insieme (cioè tra reflector e persona coinvolta), quindi , per chi vorrebbe “soluzioni rapide”, queste certamente non le dà; Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 3 May, 2011
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo