L’inganno del “senso comune” – Eugen Galasso


Forse qualcuno ricorda “The Wall”, film-musical dei “Pink-Floyd”,  dove il ragazzino sensibile sorpreso a scuola a scrivere poesie, viene bacchettato dal prof. (frustrato in casa) che gli rimprovera appunto (“Poems, Poems!) di dedicarsi a un’attività così “inutile”.  Non a caso i “romantici” erano presi per “pazzi”, Byron e Shelley (cito solo due nomi) erano dei “reprobi”, tanto che “A Defense of Poetry” (Difesa della poesia), da parte del’ “ateo” Shelley diviene un’opera “scandalosa”.  Ma, oltre alla poesia, altre “speculazioni folli” invadono la modernità e post-modernità: il non concepire la realtà spaziale in termini consueti (le geometrie non euclidee di Lobacevsky e Riemann), più ancora la messa in discussione della scissione tra le categorie dello spazio e del tempo ad opera di Einstein e degli sviluppi della teoria della relatività, con l’ipotesi di realtà parallele, la critica al concetto stessa di realtà, le teorie del caos (Thom, Prigogyie,  Stengers e altri) corrodono quello che chiamiamo “common sense”, senso appunto(mi si scusi il gioco di parole) il senso troppo comune… Roba da “disperati”, muoversi al di là delle convenzioni, per cui sia l’ “escapista” giramondo, post-hippie o post-qualunque cosa, sia il poeta della “beat generation”, ma più in genere il poeta, sia il pensatore non comprimibile in schemi, attentano al “buon vivere civile”, alla conservazione di standard di vista e modi di pensare e di comportamento (patterns). Ecco perché, in primis, l’antipsichiatria o comunque la si chiama “contropsichiatria”, “apsichiatria” etc., sconcerta chi ne ha paura; ecco perché , oggi invece di Viriginia Woolf (famoso dramma di E. Albeee) possiamo (potremmo) dire “chi ha paura di Giorgio Antonucci?… Molte persone, per certo.

Eugen Galasso

Pubblicato il 9 March, 2012
Categoria: Notizie

Eugen Galasso-gruppo antipsichiatrico libertario-pomeriggio antifascista con Giuseppe Bucalo



Umanita Nova,

Giuseppe Bucalo, attivo nel settore antipsichiatrico da 1/4 di secolo, ha  relazionato, a conclusione della settimana “Fest Festival Antifa”, presso il circolo “Iqbal Masih” di Bologna, su “La malattia mentale non esiste”, titolo, tra l’altro, di un suo libro. Partendo sempre da esempi, argomentando quindi induttivamente, cioè a partire dai fatti, “senza fare filosofia”, Bucalo ha raccontato le sue esperienze in Sicilia, precisamente nel Messinese, con comunità dove si trovano persone con problematiche tra loro diverse (“pazienti psichiatrici”, ex-detenuti in OPG, ossia Ospedali psichiatrici giudiziari, alias Manicomi criminali, persone di genere femminile, in genere extra-comunitarie, che hanno dietro di sé un vissuto difficile, in quanto quasi sempre erano state in carcere per prostituzione). Rifiutando l’approccio psichiatrico, mirante a dare -somministrare ai “pazienti” psicofarmaci e quello psicologico, che viene ad essere -in genere – una stampella per giustificare o preparare il paziente ad accettare gli anzidetti farmaci, a farli assumere, in qualche modo, ove siano stati rifiutati, Bucalo ha parlato di esempi quali quello della ragazza di origine africana che pratica il vodoo, per liberare il suo ambiente circostante da entità malefiche, di un uomo che crede nella presenza di extra-terrestri con cui sarebbe in contatto, ma anche di Pippo, personaggio pittoresco quanto considerato estemamente pericoloso nella realtà territoriale nella quale Giuseppe Bucalo opera, in quanto “violento” etc. Bucalo ne ha ricordato le esperienze pregresse quando Pippo era stato invitato a una riunione pubblica, appunto di un quarto di secolo fa, con sindaco, parroco etc., quando si “temeva il peggio”. Contrariamente alle aspettative, il “personaggio” non aveva né inveito contro qualcuno né aveva “dato in escandescenze”, limitandosi a parlare di quanto gli era stato negato, cioè a dire quanto gli averebbe fatto bene, come per es. buttarsi a terra, in certi momenti. Ecco allora la “ricetta Bucalo”, volendo esemplificare: partire dalle esigenze reali delle persone, senza, appunto, “filosofeggiare”, quali il mangiare, l’avere sopra di sé un tetto, il sesso (le comunità coordinate da Giuseppe, che, per motivi pratici, sono “monosessuali”, composte cioé da sole donne e soli uomini, garantiscono tuttavia l’incontro amoroso), senza tabuizzare l’uso del farmaco, ma tantomeno promuovendolo. Un’esperienza, quella di Bucalo, che rimane assolutamente fondamentale in campo europeo e non solo italiano, forse “unica e irripetibile”, anche perché si rapporta criticamente con le istituzioni , in parte “gabbandole”, come quando le relazioni provenienti dalle comunità sono comunque a favorevoli agli “ospiti di OPG”, qualunque cosa gli stessi facciano; certo, poi, ha aggiunto Bucalo stesso, sarebbe comunque opportuno che gli stessi detenuti non si mettano in condizione di peggiorare la loro condizione, cosa che invece, regolarmente o quasi,  fanno… Se dall’approccio bucaliano emerge comunque un quadro più che interessante, c’è eventualmente da fargli un solo appunto: spiace, cioè, che abbia menzionato l’opera del compagno dott.Giorgio Antonucci, che ha iniziato la sua opera molto prima di Bucalo, solo una volta, anche se quasi all’inizio della sua relazione.

Eugen Galasso per il Centro di relazioni umane-Gruppo antipsichiatrico libertario

Pubblicato il 12 July, 2011
Categoria: Testi

Cinema non specchio della realtà – Eugen Galasso

Credo che,  tra i luoghi comuni più diffusi, resista quello del “cinema come specchio della realtà”. Ora, anche ammesso che qualcosa di simile alla realtà (regolare, uniforme, magari ancora definibile in spazio e tempo, quasi Einstein non avesse mai individuato lo spazio-tempo) esista, sicuramente non è il cinema a rispecchiarlo, se non in minima parte. Ma, essendoci migliaia di volumi sul tema, non era questo che volevo dire, meglio non era questo il “tema” di cui volevo trattare. Delimitando il campo, se il cinema può darci qualche riflesso di problematiche politiche, sociali, psicologiche, estetiche e altro (religiose, a tratti etc.), sicuramente nel campo dei rapporti psichici non “coglie nulla”.

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Pubblicato il 2 September, 2010
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo