Archivio della Categoria: ‘Notizie’

Ulteriore messa in discussione delle teorie sulla psiche – Eugen Galasso

 

Ora anche la teoria del DNA delle nazioni (più che, romanticamente, dei “popoli”) di Alain Minc, per cui il challenge (sfida) è, anzi sarebbe per es. tipica dei Cinesi.  Non entro in merito della validità o meno della teoria stessa, ma mi permetto di rilevare che, indipendentemente da verificabilità falsificabilità della stessa, essa è un ulteriore colpo di grazia alle teorie “unilaterali” e “onnilaterali” sulla psiche, il che dà un ulteriore colpo di grazia alla psichiatria, che, da sempre, anche contro psicologia e psicoanalisi (non “scientifiche”, per molti psichiatri, convinti di detenere il Verbo…) vorrebbe far credere di averne capito tutto. Non pia, ma sciocca illusione, sempre più, con diversi mezzi, erosa e scardinata. Ma chi il “Verbo” vuol continuare a detenerla, non rinuncia ai propri, finora purtroppo indiscussi e inconcussi, poteri”.  
  
Eugen Galasso

Pubblicato il 20 November, 2013
Categoria: Notizie

Art RiBel – 18° Convegno Nazionale Globalità dei Linguaggi – Riccione

 

 

La dott.sa Maria D’Oronzo sarà presente il 5 ott 2013 alle ore 18 relazionando su : Creatività e gioia di vivere.

 

 

 

 

http://www.centrogdl.org/convegni.html

Pubblicato il 24 September, 2013
Categoria: Notizie

Seminario DISEGNO ONIRICO – settembre 2013

“Volete conoscere e soprattutto conoscervi divertendovi? Provate con il disegno onirico, dove in gruppo si impara e ci si diverte, riscoprendo anche il piacere dell’espressione grafica”.

Seminario diviso in due sessioni:
Sabato 28 : dalle 15 alle 18
Domenica 29 : dalle 10.30 alle17. (pausa pranzo dalle 13 alle 14)

E’ NECESSARIA LA PRENOTAZIONE

…Siete invitati/e a sognare ad occhi aperti ma senza dormire. Modalità creativa per conoscersi, conoscere aspetti “curiosi” della propria personalità, anche divertendosi. Oltre che a interpretare, almeno a grandi linee, i disegni onirici, e proprio attreverso questa interpretazione, con il disegno onirico si impara a conoscersi, non razionalmente, ma nell’interezza della nostra person…alità, quindi nelle componenti emotive, sentimentali, nella trama di ricordi e pulsioni. Stare con gli altri nel gruppo implica la possibilità di conoscere anche gli altri, proprio anche confrontandosi con una situazione in cui ognuno supporta gli altri, li aiuta magari anche non rendendosene conto.

Termine iscrizione: 26 settembre 2013
Iscrizione: centrorelazioniumane@gmail.com
gammalfabeta@gmail.com
oppure
cell: 339 3040009

Centro Di Relazioni Umane – Bologna www.antipsichiatria-bologna.net
https://www.facebook.com/pages/Centro-di-relazioni-umane/584888671573307

ospiti di
“07 Bologna”
via Antonio di Vincenzo 7, Bologna.

Pubblicato il 18 September, 2013
Categoria: Notizie

I miei due primi incontri con Thomas S. Szasz, a Syracuse, New York – Piero Colacicchi

L’8 settembre di quest’anno cade il primo anniversario dalla morte di Thomas S. Szasz. In quest’occasione pubblichiamo l’intervento che segue.

(Durante gli anni ’70 il panorama della psichiatria, qui in Italia, era diviso tra tradizionalisti e cosiddetti anti-psichiatri. Tra gli anti-psichiatri erano molto in voga, con le loro pubblicazioni, Laing e Cooper, due medici inglesi che contestavano la psichiatria tradizionale pur accettandone l’impostazione di fondo, repressiva e segregante, e i lavori di Basaglia che criticava le istituzioni manicomiali e proponeva le attività che avrebbero portato alla legge 180. Con posizioni del tutto diverse, di rifiuto totale della psichiatria e quindi dei concetti di malattia mentale e relativa incapacità, lavoravano Edelweis Cotti e Giorgio Antonucci, l’uno come direttore, l’altro come responsabile di tre reparti, nell’Ospedale Psichiatrico Osservanza di Imola. Contemporaneamente venivano pubblicati dalle case editrici Il Saggiatore, Armando e Feltrinelli i libri di Thomas S. Szasz, medico, filosofo e psicoterapeuta ungherese trapiantato giovanissimo negli Stati Uniti, che proponeva una critica radicale alla psichiatria in termini molto simili a quelli di Antonucci e di Cotti. Nel 1980 Cotti e Antonucci, saputo che ad un simposio organizzato a Roma dal CDDU ( Comitato per la Difesa dei Diritti dell’Uomo) avrebbe parlato Szasz, decisero di andare a sentirlo e mi proposero di accompagnarli. Alla fine del convegno, però, riuscimmo a mala pena a traversare la folla che lo circondava e a salutarlo. Nel 1982 Giorgio Antonucci fu invitato a Zurigo ad un’altra tavola rotonda, organizzata, questa volta, dal CDDU svizzero, e a cui era invitato anche Szasz. Noris Antonucci ed io andammo con lui. E in quell’occasione Szasz accettò, dopo aver sentito l’intervento di Antonucci e malgrado ci fosse molta gente che voleva parlargli, di rilasciarmi un’intervista ( naturalmente in inglese ) che io registrai e in cui si dichiarava sostanzialmente d’accordo con quanto Antonucci aveva detto. Poi, avendola sbobinata, ma prima di tradurla in italiano, glie la spedii perché l’ approvasse, ma dovemmo parlarne varie volte al telefono prima che ce la rimandasse, corretta e un po’ modificata. Da quel testo Giorgio Antonucci ed io facemmo la traduzione che fu pubblicata su Collettivo R, rivista di politica e letteratura diretta da Luca Rosi, nel numero X del 1982 con il titolo “Conversazione con Thomas Szasz, a cura di Piero Colacicchi”. Un anno dopo, nel 1983, in preparazione di un mio viaggio di lavoro negli Stati Uniti e sapendo di dover passare per Syracuse, la città in cui Szasz viveva, gli scrissi per chiedergli un appuntamento. Mi rispose semplicemente: ” Quando è qui mi telefoni”.
Quel che segue sono gli appunti, presi proprio in quei giorni e rivisti oggi alla luce dei miei ricordi, ancora molto vivi.
)

Syracuse, 25 febbraio 1983

[…]
Ho appena concluso gli incontri all’università e sono stanchissimo. Dovrei telefonare a Thomas Szasz ma non ce la faccio. Sono anche molto nervoso all’idea di incontrarlo perché, dopo le difficoltà che abbiamo avuto a metterci d’accordo sul testo della mia intervista, me lo immagino pignolo e difficile.
D’altra parte son qui con una missione importante a cui sia Giorgio e Noris che io teniamo molto: costruire un rapporto, stabile, tra Giorgio e lui, che permetta di promuovere con più forza le loro comuni posizioni contro la psichiatria. Devo mettercela tutta.


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Pubblicato il 2 September, 2013
Categoria: Notizie

Cenni culturali a la critica alla psichiatria – Giuliano Krenmerz – Eugen Galasso

Giuliano Krenmerz (pseudonimo di Ciro Formisano, 1861-1930) è stato un esoterista e “alchimista” italiano, a cavallo tra Ottocento e Novecento.  Esponente della Napoli esoterica, non è certo qui il caso di esaminarne la dottrina: converrà, piuttosto, esaminarne quel “pezzo di dottrina” che si riferisce ai temi che generalmente trattiamo in questo sito. Ora, con la sua proposta di “terapia magica”, Klenmerz si pone in una dimensione difficilmente situabile oggi (ma dobbiamo “situare” ad ogni costo?), certo si serve di metodi analitici e di una riflessione “enumerativa” (lo dico in termini cartesiani: vuol dire semplicemente, di una sintesi che sappia ri-esaminarsi, rileggere criticamente i propri risultati. Ecco quanto scrive, in “Dialoghi ermetici” (ritrovo un’edizione del 1948, Milano, editore Spartaco Giovene, dove l’indicazione è di una seconda edizione, essendo quella precedente, ovviamente, anche perché nel 1930 Krenmerz muore): “Nessun principio vero e realizzante una terapeutica degli spiriti infermi. La psicoanalisi è l’inizio della presa in considerazione scietifica di elementi dell’anima vivente che la scienza ostinata avversaria di tutto ciò che non è fisico e fisicamente controllabile non ha mai voluto accettare. Anzi direi un secondo passo, perché il primo passo fu fatto da Charcot e da Baraduc alla Sorbona e a Nancy. La vetusta scienza della biochimica della vita, come esponente di verità della creatura umana, è un castello fortificato in cui una scienza dell’uomo-spirito vivente non può entrarvi senza lunga ed ostinata perseveranza. Questo perché prima della scuola sperimentale, dal divino Paracelso a noi, medici e medicastri abusarono di chiacchiere filosofiche campate in aria, e resta il ricordo incosciente di Aristotele e compagni come uno spaventapasseri dei saggi dottissimi delle università. Diremo quasi che questi propositi  avanzati dai (sic: era l’ortografia dell’epoca, e.g.) psicoanalisti stanno facendo le loro tappe per assurgere alla categoria delle possibilità accolte dalla scienza ufficiale, come ai tempi del magnetismo animale si passò all’ipnotismo che è sembrato più probante del primo, screditato fin dai tempi del Mesmer e del Du Potet” (op.cit.,  p.37).   Brevemente, senza entrare in merito alle concezioni dell’autore, francamente legate ai suoi tempi: A)Krenmerz risponde (inizio della citaz.) a un discepolo sulla “Psicoanalisi del Freud e seguaci” e la critica, in quanto “non realizzante” (cioè non in grado di realizzare) “una terapeutica degli spiriti infermi”.  Attenzione ai termini: non  “psiche inferma”, “anima inferma” (lo direbbero i vari preti ed esponenti religiosi, ossessionati dall’idea di peccato), ma “spiriti infermi”, quindi una dimensione minacciata della “spiritualità”, dove chiaramente non bisogna agire sui corpi, con elettroshock, lobotomia, contenzione, TSO (all’epoca non c’era, ma diciamo semplicemente “reclusione manicomiale”) perché tra corpi e spiriti, anche nella concezione esoterica, c’è una differenza molto netta; ma ogni intervento volto al controllo e alla punizione (“sorvegliare e punire”, foucaultianamente) è chiaramente nefasto, anche nell’ottica krenmerziana.  Ancora: netta è la condanna di ogni ottica positivistica, in quanto è mera scienza di ciò che è “fisico e fisicamente controllabile” (cfr.sopra). Quella scienza che non capisce né emozioni, né sentimenti, ma che mira alla mera operatività, quindi…al controllo personale e sociale. Ancora: “il divino Parcelso”, dove bisogna ricordare che l’homo universalis Theoprastus Bombastus Paracelsus, alchimista e iatrochimico rinascimentale, vero apolide pur se Svizzero, aveva sviluppato una concezione per cui non si dava il “Pazzo” né la “Strega” e neppure lo “Stregone”.   Ancora, dopo aver lodato (testo di poco anteriore, nello stesso testo, alla citazione) i progressi degli “studi psicologici” (ibidem) e quelli della psichiatria, che “fanno delle conquiste che sbalordiscono” (ibidem), afferma che “praticamente non siamo neanche al principio di una scienza dello spirito umano e della relativa terapeutica” (ibidem).    Se da un lato, quindi, le critiche alla psichiatria venivano e vengono anche dai settori più “impensabili” della cultura, anche italiana, l’affermazione citata alla fine appare più che mai vera: ecco perché stupisce (no, “per contrappasso” non dovrebbe stupire per nulla) che i sostenitori della “Psichiatria quale vera scienza” ne cantino le lodi sempre e comunque.

Eugen Galasso

Pubblicato il 10 August, 2013
Categoria: Notizie

Paula Cooper è tornata in libertà. Salvata dalla pena di morte con un appello di Giorgio Antonucci e Piero Colacicchi

Dopo ventisette anni di carcere Paula Cooper  (http://centro-relazioni-umane.antipsichiatria-bologna.net/2011/05/25/paola-cooper-16-anni-aspettava-l%E2%80%99esecuzione-della-condanna-a-morte-piero-colacicchi/) ha ottenuto in questi giorni la liberazione anticipata per buona condotta. Paula, che in carcere si è laureata ed ha seguito corsi di specializzazione in vari mestieri, ha oggi 42 anni ed è quindi ancora sufficientemente giovane per potersi ricostruire una vita in libertà.
Questo, però, se la città di Gary nell’Indiana dove vive, glie lo permetterà.
Infatti un articolo con la notizia della sua vicina liberazione, uscito in anticipo su uno dei principali giornali di quella città con la sua storia e il suo reato, è stato subito commentato da 165 persone, due soltanto delle quali hanno approvato la decisione del tribunale. Tutti gli altri hanno affermato con toni estremamente violenti che   Paula “pericolosa assassina”, “mostro di crudeltà e di ipocrisia”, “puttana che ha ottenuto la libertà facendo sesso con tutti”  ecc.,  avrebbe dovuto esser ammazzata  ( il termine più usato è fried, cioè fritta) o che almeno avrebbe dovuto rimanere in carcere  per il resto della vita.

Pubblicato il 22 June, 2013
Categoria: Notizie

ADHD e Merano – Eugen Galasso

La psichiatria, anche quando la cosa non “appare”, sembra essere aggettante, incombente nella vita e sulla vita di tutti/e le persone. Ciò, secondo attendibili informazioni provenienti dalle “fonti educative” che meglio conoscono i bambini e le bambine, sarebbe prassi corrente quanto indiscussa a Merano, “ridente cittadina termale” (già Kafka vi andava per curare i suoi disturbi polmonari, invero con esito non eccelso), cioè dell’Ovest altoatesino,  cioè i genitori, avverrebbe nelle scuole primarie soprattutto di 1°grado del luogo, dove i bambini considerati affetti da ADHD (deficit di attenzione e iperattività, in molti casi definita dalla psichiatria come “sindrome” ossia come “complesso di disturbi”, quale “comorbilità”, nel “migliore dei casi” quale “disturbo semplice”, pur se in genere prevale la diagnosi di “sindrome da ADHD”) fanno una sorta di doposcuola in psichiatria, venendo sottoposti (pare)a test ma anche a somministrazione di Ritalin. Una considerazione, da persona che un tempo, per decenni, ha avuto consuetudine non solo dell’Alto-Adige, essendo bolzanino di nascita, ma di Merano e del Burgraviato (la valle che collega Terlano a Merano), operandovi ma anche trascorrendovi qualche raro soggiorno di “riposo”: la popolazione meranese e circonvicina, di lingua italiana e/o tedesca o anche mistilingue, con le indubbie differenze del caso, è legata a norme non scritte molto rigide: disciplina, obbedienza verso i superiori (insegnanti, medici, preti, dove questi ultimi estendono la loro influenza molto al di là del lecito, con interferenze inaccettabili) sono valori interiorizzati e “assorbiti” in modo incondizionato, per molte persone, per cui i bambini vengono affidati agli psichiatri, quasi fossero dei benefattori e dei filantropi…

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Pubblicato il 6 June, 2013
Categoria: Notizie

Residenze Sanitarie psichiatriche: riflessioni. Contenzione e valutazione del distress lavorativo- Vito Totire

 

Il luttuoso episodio verificatosi a Casalecchio il 27 agosto 2012 che ha determinato la morte di un giovane di vent’anni  impone alcune riflessioni.
Da decenni portiamo avanti un approccio “non psichiatrico” a  questioni che le istituzioni ritengono di poter affrontare con metodi violenti e custodialistici.

L’episodio di cui stiamo parlando può diventare un evento-sentinella che contribuisce a trovare la forza per nuotare controcorrente con rinnovato vigore,cercando di evitare errori che sono frequenti e, a volte, automatici, quali la classificazione dell’episodio come “errore umano”, si intende, errore umano degli operatori presenti al momento dell’episodio;
occorre spostare i riflettori dall’ottica della “colpa individuale” alla analisi delle costrittività organizzative e della inadeguatezza del sistema;
occorre cioè evitare la logica del “capro espiatorio” e cercare eventuali incongruenze e costrittività organizzative ; in linea di massima questo significa valutare se un comportamento che può senza dubbio essere considerato sbagliato o inaccettabile non sia causato o concausato da un carico eccessivo di fatica fisica o mentale o comunque essere correlato ad una sinergia negativa tra basso livello di autonomia e gravosità del compito;
si tratta, a mio avviso, di proporre ed adottare una chiave di lettura quale quella proposta da Karasek per la valutazione del distress lavorativo;

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Pubblicato il 1 June, 2013
Categoria: Notizie, Testi

Strutture alternative all’O.P.G.? – Eugen Galasso


Quali strutture alternative agli OPG, nella Regione Lazio si crea una barriera “alternativa” alla stessa, con decreto firmato dal Presidente della Regione facente funzione di Commissario Straordinario alla Salute e “sponsor” parlamentare Ignazio Marino, chirurgo di fama e senatore PD. 27 tra medici, psichiatri (sic!), psicologi e infermieri per ogni struttura, capienza di 100 pazienti per struttura. Meglio che nulla, chiaramente, ma forse si tratta, oltre ad essere qualcosa di simile ad un’operazione “conservatrice di camouflage” (non si può dire diversamente), di uno spot elettorale per la premiata coppia del PD, di una struttura che migliorerà di non molto la situazione di persone che certo hanno commesso reati, ma la cui situazione (forse, non abbiamo la certezza di dire cose sicure) non sarà di per sé certamente migliore di quanto non sarebbe quelle della semplice reclusione carceraria. Vedremo, come ripeto fin dall’inizio, ma… Certo, nonostante le promesse formulate a suo tempo da Marino, che forse è (non so stabilirlo con certezza) un sincero “umanista”, non sembra però  che la direzione di marcia della “cosa” si muova verso una seria prospettiva umanistica, quella di Szasz, di Antonucci etc.. Ma…

Eugen Galasso 

Pubblicato il 28 April, 2013
Categoria: Notizie

Residenze Sanitarie Psichiatriche: “Effetti collaterali” – Video



Residenze Sanitarie Psichiatriche
“Effetti Collaterali”
Le regole, le leggi, i desideri.
Lab.57/Alchemica e
CENTRO DI RELAZIONI UMANE

      VIDEO

Pubblicato il 23 April, 2013
Categoria: Notizie

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo