“LA QUESTIONE PSICHIATRICA: dalla paura della diversità ai muri di protezione” Incontro pubblico – Giorgio Antonucci, Maria D’Oronzo, Eugen Galasso – presso ass. GEART
Incontro Pubblico:
dibattito: Centro di relazioni umane di Bologna
Video-conferenza con Giorgio Antonucci : “Nè psichiatria nè antipsichiatria”
presso ass. GEART
Reading e proiezioni: Collettivo “Ayde”
Foto:Paolo di Giosia
sabato 7 maggio 2011
ore 16
via Vedegheto 1096/c, Savigno, Bologna
Pubblicato il 5 May, 2011
Categoria: Notizie
Eugen Galasso – Incontro pubblico – Reflection
“Centro di Relazioni Umane”, invita all’incontro pubblico su “Reflection: conosci te stesso per conoscere gli altri; conosci gli altri per conoscere te stesso”, con Eugen Galasso.
15 aprile, ore 18.30, presso ass. H.U.B. , via Luigi Serra 2/g, Bologna.
Il linguaggio e la rassegnazione – Giorgio Antonucci
OraZero
Venerdì 25 Marzo 2011 15:49
Il linguaggio dei mass media, e di conseguenza quello popolare, sta subendo un’involuzione che finisce per far annullare il senso critico e spinge verso la rassegnazione. Troppi termini, privi di contenuto, sono utilizzati a sproposito o in maniera strumentale, annullando di fatto la capacità critica. Per esempio, termini come schizofrenico o paranoico sono entrati nel linguaggio comune pur essendo privi di un contenuto reale. Il termine schizofrenico è usato come sinonimo di contraddittorio, ma aggiunge un giudizio pesante sull’interlocutore. Attraverso gli stessi meccanismi ora si usa psicosi, fobia o paranoia invece di paura. Ma, in generale, riguardo al linguaggio di uso corrente mi sembra di scorgere tre problemi. Il primo riguarda la generalizzazione. Sempre più spesso si sente dire che gli italiani sono indisciplinati o corrotti, poi c’è chi dice, come il nostro presidente del consiglio, che i magistrati sono “malati di mente”. Così come c’è chi sostiene che i neri abbiano la musica nel sangue, facciano bene all’amore o ancor peggio, che gli ebrei abbiano un particolare fiuto per gli affari. Queste generalizzazioni quando si ripropongono di continuo, finiscono, non solo per generare il razzismo, ma anche per annullare la responsabilità individuale. In secondo luogo, vi è il problema della drammatizzazione del linguaggio. Per cui gli immigrati “invadono” l’Italia e il traffico per le vacanze diventa un esodo biblico. In questi giorni, per esempio, si parla di “psicosi” per il nucleare, insinuando nel discorso una parola che sposta il problema dalla realtà oggettiva alla debolezza delle persone. Questa continua drammatizzazione anche delle vicende più banali finisce fatalmente per spaventare lettori e telespettatori che trovano tutto troppo grande e difficile da analizzare, giudicare e/o combattere. Il terzo punto, invece, riguarda l’utilizzo sempre più frequente di termini di origine psichiatrica nel linguaggio comune. Così, a Berlusconi che accusa i magistrati di essere dei malati di mente, rispondono gli oppositori definendo “malato” il premier perchè attirato dalle ragazze giovani. Come se tutti quelli che apprezzano le ragazze fossero dei malati. Per altro in questo modo il discorso abbandona la critica politica, facendo anche il gioco di Berlusconi.
Altre accuse quali “paranoico” “schizofrenico” “caso psichiatrico” si moltiplicano al solo scopo di denigrare l’avversario, non solo politico, con l’evidente volontà di interrompere il confronto con lui. Allo stesso modo, la paura diventa fobia, la preoccupazione diventa ossessione, la malinconia diventa depressione, finendo per attribuire a difetti psicologici delle persone, differenti comportamenti nei confronti della realtà. Attraverso generalizzazioni, drammatizzazione e giudizi psichiatrici si finisce quindi per annullare lo spirito critico e il senso della realtà delle cose. Tutto appare immutabile, spaventoso o troppo grande per le forze di un singolo individuo. Si forma, quindi, una sottocultura falsa e repressiva in cui i cittadini sono privati del giudizio critico per analizzare la realtà che li circonda. Una realtà che i singoli sembrano non poter modificare e che spinge alla più profonda rassegnazione.
Giorgio Antonucci
Pubblicato il 27 March, 2011
Categoria: Notizie
Elettroshock – Le Forze sanitarie, 30-4-41 – pdf
Le origini dell’elettroshock
LE FORZE SANITARIE organo ufficiale del sindacato nazionale fascista dei medici
anno X 30 aprile 1941-XIX numero 8
Grazie a Piero Colacicchi per la ricerca del documento storico.
Pubblicato il 3 February, 2011
Categoria: Notizie
“DIVERSABILI?” – incontro pubblico –
In un momento in cui, con la “riforma” della scuola e i tagli al welfare, si fà strada la cultura dell’esclusione sociale le opportunità per tanti bambini sono messe a rischio.Ci sembra importante contribuire alla discussione con il
*Centro di Relazioni Umane*
VENERDI’ 28 GENNAIO ‘11
H.U.B.
ore 18.30 – via Luigi Serra 2h – Bologna
“Diversabili?“
il/la bambino/a e le sue problematiche
“La battaglia antipsichiatrica è, in fondo, soprattutto la rivendicazione della libertà di ogni persona o individuo, che dir si voglia. Non ci sembra opportuna la questione terminologica, che rischia di essere nominalistica. Così stavolta si parlerà in primis del bambino detto “diversabile” (in definitiva è una comodità definitoria, tassonomica, per inquadrare qualcosa che in gran parte ci sfugge. Per fare solo un esempio si vedano il lavoro e gli scritti di F.Deligny con i bambini autistici), del bambino in ospedale, delle sue istanze e richieste rivolte agli altri (adulti o presunti tali), ad iniziare dal bisogno di affetto. Ma, evidentemente, possiamo parlare dell’ipovedente come del paziente affetto da Alzheimer, della persona infartuata che riceve un’assistenza insufficiente, di chi, incolpevole, viene a trovarsi a dover far fronte ad una burocrazia mastodonticamente elefantiaca. Che poi il “paziente psichiatrico” sia ancora particolarmente vessato è assolutamente vero, in quanto la condizione definita “follia” o “pazzia” (il secondo termine è decisamente più insultante, il primo conserva una certa allure romantica) anche e soprattutto in quanto specchio di una società e di una cultura che hanno paura della propria ombra (Nietzsche, su ciò, è stato particolarmente esplicito, anche terminologicamente), che temono ogni attacco anche involontario che possa incrinare la loro bassa sacralità ricevuta”. Eugen Galasso
Ne parliamo con
Debora Guidi: pedagogista dell’handicap, attiva nel settore specifico e nel volontariato relativo.
Eugen Galasso: pedagogista clinico, reflector, plurilaureato.
Valentina D’Alessandro: laureata in scienze della formazione, specializzata in problematiche dell’handicap e attiva nel settore, già relatrice in vari congressi sul tema.
Presentazione del trailer
CI PROVO
http://www.youtube.com/watch?v=oDwYdoSIb5I
film documentario che tratta la esperienza di Luigi Fantinelli, studente dell’Università di Bologna, che é diventato nel 2010 il primo studente con la sindrome di Down ad ottenere una borsa Erasmus per studiare nell’Universidad de Murcia, in Spagna.
www.antipsichiatria-bologna.net
www.livello57.org
Pubblicato il 25 January, 2011
Categoria: Notizie
Violet Gibson e “il mito della malattia mentale” – Eugen Galasso
Violet Gibson, “pazza”, secondo molti storici: la signora Gibson, anglo-irlandese, un tempo adepta di “Christian Science”, nel 1926, vivendo a Roma, dopo un periodo iniziale di entusiasmo per Benito Mussolini, attentò alla vita del “Duce”, finendo praticamente in manicomio per il resto dei suoi giorni, in specie in Inghilterra, definita appunto quale “paranoica” et similia. Diagnosi anche un po’ discordanti, ma tutte convergenti nello stigma di pazzia. Tra l’altro, seguendo un documentario sul tema di prima mattina, vengo a scoprire che esiste ancora (tutto sommato abbiamo superato l’anno 2000 da un decennio e più) un “Centro per lo studio della mente”, accreditato come semi-ufficiale, che si basa su criteri grosso modo inquadrabili tra l’antica frenologia (il cervello e quindi le sue malformazioni quale fonte della “malattia mentale” e le tesi, non molto più “moderne” di uno psichiatra quale il prof.Cassano).
Pubblicato il 3 January, 2011
Categoria: Notizie
LA QUESTIONE PSICHIATRICA dalla paura della diversità ai muri di protezione
Incontro pubblico
Conversazione
con Giorgio Antonucci, Maria D’Oronzo e Eugen Galasso. Reading e proiezione video a cura del collettivo “Ayde” accompagnati da Vladimiro Cantaluppi, violino e Giulia Verani, fisarmonica e musica dal vivo Banda Roncati.
“La Barberia” via Riva di Reno, 77/79, Bologna 19 dicembre 2010
Il problema dei diritti – Eugen Galasso
“Carissimo Eugen, ti ringrazio di cuore per avermi consigliato il film “Si può fare”. Antonietta ed io ieri ci siamo subito recati a vederlo. E’ stata una vera e propria esperienza emotiva e, per quel che mi riguarda, intellettuale altamente gratificante. Delicato, profondo, sottile nel raccontare le trame psicologiche e le contorsioni dei protagonisti, tutti i protagonisti. Al di fuori di ogni possibile retorica, senza false preoccupazioni di una rappresentazione realisticheggiante, è risultato altamente realistico nel raccontare possibilità al tempo stesso utopiche, sovversive e culturalmente rivoluzionarie. Poi soprattutto emanante una dolcezza e un’intensità umana a tratti trascinanti. Bello! veramente bello. Di nuovo un sincerissimo grazie.
Il commento di Antonietta te l’ho già inviato a parte. Andrea Papi”.
Parto da questo commento, senz’altro autorevole, dello scrittore e saggista Andrea Papi – non ne ritrovo la data esatta, ma sicuramente si colloca nel novembre 2008 – che però si unisce ad altre prese di posizione, tutte estremamente positive, sul film che forse è l’opera più importante su tematiche psichiatriche (anti-psichiatriche), assieme a “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Milos Forman, tratto dal libro di Ken Kesey, un film che regista e attori di “Si può fare” (regia di Giulio Manfredonia, 2008).
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Pubblicato il 13 December, 2010
Categoria: Notizie
Sugli esclusi – Eugen Galasso
Società e cultura dominata, quella in cui viviamo, tra poteri e contropoteri (qui è utile rileggere Foucault, credo, più ancora del sempre valido Noam Chosmky), dove il sogno orwellino del “Big Brother” si è realizzato, tra Echelon, files sempre più “osservate”-controllate, Wiki-Leakes (vene, falle, la traduzione di “leakes”, non a caso…), metodi per controllare ogni sms, ogni chiamata da cellulare (je m’en fous, si dice, me ne frego, ma talora rompe…). Il problema è che, questa società “che ci strangola” (lo diceva anche un prete in odore di Dom Perignon, dunque…), dove prevale l’avere sull’essere, come aveva ben capito Erich Fromm, poi insopportabilmente ripetuto-copiato-scimmmiottato da tanti(e) sociologi, psicologi, pedagogisti, persino papi (Giovanni Paolo II, con la voce da attore, era certo più convincente del papa attuale, che queste cose le dice poco e in modo un po’ troppo complicato, quando le dice), dove il profitto e l’iperproduttivismo sono tutto (Keynes no, si dice, troppo “socialista”, viva Milton Friedman, il padre del neo-liberismo spietato, quello che aveva dato la stura alla Thatcher e a Reagan, per non dire di Pinochet…), chi non raggiunge certi standard lavorativi- produttivi è un escluso e viene escluso, comunque.
Pubblicato il 3 December, 2010
Categoria: Notizie
Mercanti di sofferenza – Intervista a Giorgio Antonucci – Psicologia Radio
Viaggio nel mondo della salute
Psicologia Radio
Intervista a Giorgio Antonucci, Claudio Ajmone, Salvatore di Salvo