Archivio della Categoria: ‘Testi’

Follia come chiave inglese, come passe-partout? – Eugen Galasso



Quando non si sa spiegare un fatto, un avvenimento o non lo si vuole spiegare (motivazioni politiche, religiose, altre), quando non si vogliono toccare interessi, poteri forti o anche – forse – meno forti, si suole parlare di “follia”, termine più nobile di “pazzia”, più asettico, aristocratico, che ha a che vedere con il “fou” (fou du roi, il buffone di corte e del re), il “fool”, che è la stessa cosa, il “folle di Dio” (San Francesco, anzi meglio Francesco d’Assisi era così denominato, ma il termine riappare per altri personaggi). Ma allora perché non dire, allora, se proprio si vuole, “inspiegabile” (ma perché non riusciamo a spiegare le cose o perché non vogliamo spiegarle?), “irrazionale” (ma certo, anche in quel caso, “irrazionale” vuol dire fuori da uno schema di razionalità occidentale; ciò che è “irrazionale” in gran parte d’Europa non lo è in Asia, almeno nell’Asia non ancora totalmente “occidentalizzata”, in Africa, magari – vale quanto sopra – in America Latina – idem -etc.). Lasciamo perdere questioni riguardanti la pura “cronaca nera”, vorrei invece riferirmi ai fatti di Tucson, quando una deputata del Democratic Party è stata quasi uccisa da un uomo, “white”, cioè bianco, giovane di 22 anni, dalle lettura disordinate (non uno sciocco, potremmo dire…) ma altre persone in questa contingenza la vita l’hanno persa.
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Pubblicato il 14 January, 2011
Categoria: Testi

Mass media e psichiatria (la follia non è una spiegazione) – Eugen Galasso


A fine anno, anzi , probabilmente nelle prime ore del quasi neonato 2011, in quel di Carmagnola (Torino), una donna di 38 anni ha ucciso i propri genitori,  dopo che due anni fa, nella notte di Natale “aveva provato a far fuori il marito…Pensava lo tradisse, Claudia. E volle punirlo” (dalla forbita prosa giornalistica di Cristina Lodi, a p.18 di”Libero”del 2/01/2011).  Citando ancora l’ottimo (sia detto senza alcuna irrisione, la giornalista sa scrivere) testo della Lodi, “A dire il vero si tratta di schizofrenia, lo zoccolo più duro”. Ecco: qua iniziano i problemi: il/la giornalista gira attorno alla cosa, enfatizzandola, riprendendo, chiaramente, la diagnosi dei medici del Centro di igiene mentale presso cui la signora (che ora è al reparto psichiatria dell’ospedale “Le Vallette”) era in cura.  Si parla, di “schizofrenia”, seguendo sia il Centro di igiene mentale di Bra sia (ma qui il tempo è stato, forse, troppo breve) per enfatizzare un fatto che, fosse stato compiuto da un “mai ricoverato”, da un/una “normale” sarebbe un puro fatto di cronaca nera, per riproporre una revisione o, per molti (e) del Centro-Destra, cui “Libero”afferisce anche se, forse, da più “libero battitore” de “Il Giornale” (che non leggo mai, lo ammetto, come leggo poco anche “Libero”).  Ora: tutte le statistiche dimostrano che i cosiddetti “malati”, “psicotici” e come variamente siano definiti, non uccidono quasi mai, rispetto a chi è “lucido”, compos sui etc….  Insomma: la premeditazione è quasi sempre la causa, mentre il “raptus” (altra invenzione di comodo) è cosa rara. Ora, però, vogliono cambiare la legge Basaglia, con tutti i suoi limiti (TSO, elettroshock solo limitato, mai eliminato etc.), quando comunque, a livello mondiale (USA in testa) fa comodo cercare il “mostro”, il “folle”; quando invece è meno romantico individuare semplicemente il colpevole, l’assassino…

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Pubblicato il 11 January, 2011
Categoria: Testi

Frenesia de la Navidad – Eugen Galasso



Un freudiano direbbe che sublimo la pulsione libidica, uno jughiano mi attribuirebbe adattamento totale agli archetipi (colori, principessa buona, principe azzurro), anzi un appiattimento sostanziale sugli stessi, un adleriano forse mi riterrebbe non realizzato a livello della personalità individuale, un frommiano mi direbbe non in perfetto equilibrio tra individuo e società, senz’altro (al di là degli “schieramenti”, delle appartenenze, delle scuole) mi direbbero che sono regressivo. Ebbene sì, voglio credere a Babbo Natale, al Nin^o Jesùs, alla Befana (anche per la mia doppia anzi multipla appartenenza etnica, in una zona quale quella dove provengo rivalutare la vecchierella non fa male), pur essendo convinto che non ci siano, ovviamente. Mi affascinano colori, odori, sapori (pur se non mi lascio trascinare al consumo alimentare, neppure a Natale e periodi circostanti), l’allure di bontà e di sincerità che pervade almeno un periodo dell’anno. Magia e bontà, “meglio essere ingenui che cinici” recita un “Christmas  Movie” made in USA (negli States c’è un genere di film e telefilm che mette in scena Babbi Natale, Elfi, Renne, con curioso ma simpatico sincretismo pagano-cristiano; sono prodotti ingenui ma schietti, almeno nelle dichiarazioni, un po’ larmoyants, ma nulla a che vedere con la volgarità dozzinale dei “cinepanettoni” made in Italy… Escapismo il mio? Certo, senz’altro, ma chi se ne importa? Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 6 January, 2011
Categoria: Testi

Corpo – Forum Università di Udine – Eugen Galasso



Corpo (anche in riferimento a “Corpo”,  pubblicazione “Forum-Università di Udine”, senza esserne recensione).  Al corpo veniamo sempre ricondotti, volenti e/o nolenti. Anche se ci si vuol porre come gnostici puri, cultori dello spirito e  sprezzatori della materia (il rischio di chi scrive, tra l’altro), con il puro pensiero non si campa, neppure nel mondo “etereo” e smaterializzato (ma fino a che punto?) di Internet e della telematica. Basta avere un piccolo disturbo di salute, dal mal di testa alla diarrea leggera per accorgersi che questo “pondus” (se lo consideriamo tale) condiziona anche le nostre capacità d’altro tipo, quelle legate al ragionamento, alla volizione etc.  Come ultimamente si rileva, anche in questo volume “multiverso” che raccoglie i contributi del forum in oggetto e appunto dedicato al corpo, colpa della separazione corpo/anima, anzi, poi più modernamente corpo/mente (di anima si parla ormai solo in ristretti ambiti religiosi oppure nella psicologia del profondo di Jung, ma colà assume un significato particolare, diverso da quello platonico poi “innestato” nel cristianesimo e in altre tradizioni diverse). Personalmente leggo Deleuze e Guattari diversamente da come fa, nel citato testo, Rosi Braidotti, perché il loro pensiero (con tutte le riserve sulla pratica clinica di Guattari, però, sempre che siano vere alcune “voci” che però sono più che voci, purtroppo, sull’uso dell’elettroshock e di qualcosa che apparenteremmo al TSO, nelle sue cliniche). Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 4 January, 2011
Categoria: Testi

Gravissimi abusi e pratiche coercitive nell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano – Erveda Sansi

Il ritorno dell’ideologia manicomiale come strumento repressivo

The return of asylum ideology as an instrument of repression


di Erveda Sansi

Quello che succede nel reparti psichiatrici dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano e di altri ospedali contrasta in modo incredibile con i risultati eccellenti che uomini di cultura e di scienza hanno altrimenti prodotto e tuttora producono. Sembra di tornare ai tempi della tristemente famosa Inquisizione. Lo scandalo venuto alla luce in queste ultime settimane, in seguito al pesante mobbing e alla sospensione dal suo incarico subìti dalla Dr Nicoletta Calchi, dirigente medico psichiatra presso il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale Niguarda di Milano, deciso dal Consiglio di Disciplina, mostra in tutta la sua inaudita barbarie come il progresso scientifico in molti ambiti non solo si sia arrestato, ma abbia fatto giganti passi indietro.

Giorgio Antonucci, mediante il suo lavoro decennale con pazienti che precedentemente erano stati diagnosticati con le più infauste diagnosi psichiatriche, ha dimostrato che i problemi esistenziali non sono risolvibili chiudendo a chiave le persone nei reparti ospedalieri, e nemmeno legandoli ai letti, o imbottendoli di psicofarmaci per ottenere una sorta di lobotomia cerebrale. Anzi, è proprio mentre cerca di far fronte alle difficoltà della vita che una persona ha bisogno di comprensione, sensibilità, empatia, aiuto o più spesso, di essere lasciata in pace. Di essere rispettata, in ogni caso. Giorgio Antonucci, che ha diretto due reparti manicomiali per ventitré anni, ha dimostrato, attraverso fatti concreti, che solo attraverso il dialogo e il sostegno umano è possibile risolvere i problemi. Infatti quello che è successo all’interno del SPDC (Servizio psichiatrico di diagnosi e cura) dell’Ospedale Niguarda, e che rispecchia l’operato di molti altri reparti psichiatrici, è semplicemente disumano e criminale. L’elenco degli istituti nazionali e internazionali che pongono i trattamenti coercitivi perpetrati nei confronti di persone definite pazienti psichiatrici o disabili mentali sotto la voce tortura è lunga, ed include tra gli altri: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, del 1948, la Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali del 1950, i Principi delle Nazioni Unite per la Protezione delle Persone con Malattia Mentale del 1991 (Principi sulla Malattia Mentale) la Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici del 1966, la Legge dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sulla Salute Mentale: dieci principi basilari del 1996, l’Atto dei Diritti Umani del Regno Unito del 1998, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità del 2006, l’Assemblea Generale dell’ONU del 28/08/2008, 63ª sessione, Item 67 (a) rapporto di Manfred Nowak, Incaricato Speciale del Consiglio dei Diritti Umani sulle torture e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani e degradanti.

Solo circa 15, (la cifra cambia in base ai primari, alle caposala ecc.) dei circa 321 SPDC esistenti in Italia hanno pubblicamente dichiarato di non usare mezzi di contenzione e di non chiudere a chiave le porte. Fanno parte del Club SPDC Aperti No Restraint. Si contano, per ora, gli SPDC di Aversa, Caltagirone-Palagonia, Caltanissetta, Enna, Mantova, Matera, Merano, Novara, Perugia, Portogruaro, Treviso, Trieste, Roma C.,Verona Sud, DSM (Dipartimento di salute mentale) Venezia.

Anche Franco Basaglia, Edelweiss Cotti, Peter Breggin, Marc Rufer, Thomas Szasz, i membri dell’ ENUSP (Rete Eropea di ex-Utenti e Sopravvissuti alla Psichiatria), per citare solo alcuni di una lunga lista di nomi, hanno dimostrato con le loro opere teoriche e pratiche l’infondatezza del metodo psichiatrico che utilizza reclusione, mezzi di contenzione, elettroshock, psicofarmaci dannosi per la salute. Michel Foucault spiega in modo molto efficace come il sistema psichiatrico funga da Panopticon, da controllore sociale, ed esplichi la specifica funzione di mantenere la divisione in classi della società.
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Pubblicato il 27 December, 2010
Categoria: Testi

La Norma – Eugen Galasso


“La Norma è una ragazza di Brooklyn”: fulminante battuta di Thomas Szasz, detta in risposta a chi gli chiedeva che cosa fosse la norma, espressione dello humor da “Witz” ebraico, à la Woody Allen. Geniale.  Se pensiamo ai gusti, alle tendenze, dalla sessualità alla  gastronomia, dai giochi alla moda, dal lavoro al teatro, dalla musica al traffico.  Partiamo à rebours, allora, come quando Don Benedetto Croce rivedeva le bozze dei suoi scritti: A) traffico: c’è chi lo odia, chi ne rifugge quando ne intravvede l’ombra (moltissimi), chi invece (pochi, ma chissà-la statistica, poi, non è che dica tutto) lo ama, chi anzi durante le ore (da passare in macchina) di traffico di punta scrive saggi, commenta per radio brani musicali; B) musica: Si può amare la techno.-music, il rap, il reggae, il reggeton (la versione latinoamericana del reggae, molto contaminato con rap, salsa, merengue, altri generi ancora), la musica sinfonica, quella lirica, il jazz (i cui cultori non sono “legione”, in realtà, piuttosto sono legionari, per il loro impegno profuso), il blues, il country, il folk. Un ambito, questo, dove le lotte sono feroci, spesso in uno stesso genere o quasi:  da sempre “Beatles” against “Stones”, Charlie Parker versus Duke Ellington o Chuck Corea, Mozart contro Beethoven, Puccini contra Verdi etc. Roba da tifo da stadio….; C) teatro: chi ama il teatro “d’attore” detesta quello “di regia”,  chi ama Shakespeare può non amare Molière o Goldoni, i seguaci del metodo Stanislawsky- Strasberg (identificazione parziale dell’inteprete con il ruolo da interpretare) non sono d’accordo con Brecht (straniamento, ossia distanza critica rispetto al ruolo), chi ama la comicità non ama la tragedia (o anche sì, dipende…); cose da stadio, anche qui, anzi no,
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Pubblicato il 24 December, 2010
Categoria: Testi

Il potere della parola -Eugen Galasso



Nella nostra cultura occidentale logocentrica, la parola è espressione forte del potere-volere, della dominanza della psiche sul corpo, della razionalità sulle emozioni e sui  sentimenti, del “lavoro” (il “lavora, non disperarti” di Carlyle rimane tristemente emblematico).  La parola, anche a scapito del linguaggio pre-, para, non-verbale, è espressione del dominio: tutta  o quasi la psicoanalisi si basa sulla parola, non per sua colpa (in maniera totale in Jacques Lacan, con il parlant-e^tre, parlantessere, come in Viktor Frankl, con la sua “logoterapia”) , ma perché espressione del citato dominio, che non accetta il pensiero “altro”,  come si vede nei diversi livelli del linguaggio parlato-scritto. Così: A) A livello “basso” si dice “è matto, lascia perdere”. “Poveretto, è stato in clinica, sai…” etc. Già tra fine Ottocento-inizio Novecento, però questo livello basso si innalzava, tanto da invadere anche il teatro, con un testo (commedia, anche pregevole, a suo modo, come “Se no i xe mati no li volemo” (se non sono matti, non li vogliamo), ma la “follia”, in qualunque modo (anche solo come “pura metafora”) pervade tutta la cultura del Novecento, come dirò nel punto C.  B) A livello divulgativo, ultimamente, oltre all’invasione mediatica del disturbo bipolare (alternanza euforia/depressione, secondo le “sacre tavole” della psichiatria…!), Leggi l’articolo completo »

Pubblicato il 23 December, 2010
Categoria: Testi

I “matti” in politica – Giorgio Antonucci – OraZero

Ora Zero

L’anticipazione si era già avuta lo scorso 29 settembre, quando Berlusconi, mentre ascoltava le parole di Di Pietro si era portato il dito alla tempia facendo capire che considerava il leader dell’Italia dei Valori un matto. Il 14 dicembre il premier è stato anche più esplicito, ha abbandonato l’aula durante l’intervento dell’ex magistrato dicendo esplicitamente che “Di Pietro è matto“. Ed è noto, con i matti non si parla e nemmeno si ascoltano. Da mesi, invece, molti giornali di sinistra insistono sui problemi psicologici di Silvio Berlusconi. D’altra parte lo stesso Cavaliere aveva sostenuto che i magistrati sono dei “disturbati mentali”. Sembra una questione “minore” ma non lo è. Dando del matto a qualcuno si intende escluderlo dal dibattito, estrometterlo da tutto, si afferma che non si intende più considerarlo un interlocutore attendibile.
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Pubblicato il 21 December, 2010
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Disegno onirico – Eugen Galasso

Premessa

Devo fare una premessa, che forse si rivelerà un po’ lunga: ho sempre avuto grandi problemi con il disegno. L’arte mi piace moltissimo (storia dell’arte all’ univ.no, salvo un esamino – e un “esamone” di estetica – ma al liceo sì, anche con successo – poi “indecorosamente” anche recensioni di mostre “classiche”), ma non riesco ad esprimermi io stesso graficamente. Alle scuola medie inferiori (tre anni di noia, di cose scontate e di “minestra riscaldata”), per me, l’incubo si chiamava educazione artistica. Anziana prof.-“cerbero”, che mi “bastonava” ad ogni scrutinio, finché avevo scoperto l’esistenza dell’arte astratta e… l’ho messa in crisi. Certo, mi esprimo meglio con le parole (poesiole e racconti, saggi etc.), in musica, ma la “ignoranza grafica” dipende anche da un certo modo di “imporre” l’educazione artistica…In realtà, è notorio che ogni persona si esprime con dei segni, delle tracce anche grafiche; secondo certi studiosi di psicologia dell’età evolutiva, la prima traccia lasciata dal bambino è quella scatologica, ossia quella delle feci del bambino di pochi mesi.  Ma, già in età puberale-adolescenziale (dai 13 ai 15 anni) la persona si vergogna a produrre disegni, ad esprimersi graficamente; ma ciò, sicuramente, è dovuto ai pre-giudizi, al clima culturale ammorbante e “castrante” che domina nel sistema scolastico e universitario. La creatività (qui parlo anche di musica, teatro, danza, poesia, letteratura etc.) “non dat panem”, non ha ricadute immediate in termini di profitto, quindi viene esclusa.  Il disegno onirico, invece, certo non da solo (cioè non come tecnica unica-onnivora), è una tecnica per poter entrare nel disegno, per far rientrare dalla “finestra” ciò che dalla porta era stato escluso, ossia una forma fondamentale dell’espressione creativa. Storia del disegno onirico:
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Pubblicato il 9 December, 2010
Categoria: Testi

“La psichiatria uccide non solo le persone, anche la cultura” – Eugen Galasso



“La psichiatria uccide non solo le persone, anche la cultura” (Giorgio Antonucci, conversazione privata).  L’affermazione è più che mai vera, come dimostrano eventi recenti. Se la considerazione, molto intelligente, come sempre, nell’accezione letterale del termine (intelligere=capire, comprendere), di Antonucci, corifeo dichiarato dell’antipsichiatria, era partita, durante una telefonata, da nuove pubblicazioni su Nietzsche ma anche su altri grandi autori, demonizzati quali “folli” e “pazzi” (si diceva di Van Gogh, ma anche di Artaud, ma ciò solo perché una telefonata non può andare oltre certi limiti temporali), ma pensiamo anche ai pregiudizi contro “matti”, “dementi”, “folli” e tutta la sequela di insulti della catena semantica collegata. Si tratta, per es., di tutti i pregiudizi contro chi ha un pensiero autonomo, diverso da quello dominante, da quello della massa (spesso imposto alla massa, come il cattolicesimo “monarchico” sempre ritornante, in specie con Papa Ratzinger): non a caso il cattolicesimo (non parlo di cristianesimo, perché le altre chiese, già, per la loro pluralità e  spesso conflittualità, per le loro teologie diverse e “fatalmente” plurali, garantiscono un approccio problematico e “relativistico”, quello che tanto spaventa il teologo e cardinale bavarese, ex responsabile della “Commissione per la dottrina della fede” – sic, ex- “Sant’Uffizio”…) ha in sé la contraddizione di fondo di nascere dal cristianesimo anche paolino, per cui la nuova religione, è “scandalo per gli Ebrei, follia per i Gentili”, ma, attenzione, è proprio nel cristianesimo, nella cultura cristiana, nella cristianità intesa come realizzazione storica del cristianesimo attraverso le chiese, le “religioni storiche e organizzate”, in quello che Novalis chiama enfaticamente, pur se in buona fede “Occidente cristiano” (espressione nefasta per il dopo Novalis, come sicuramente noto al lettore) che si realizza la più terribile repressione della “follia”.  Attenzione:
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Pubblicato il 28 November, 2010
Categoria: Testi

Centro di Relazioni Umane (Bologna) — Maria Rosaria d’Oronzo